L’eco delle parole di Bandecchi ha fatto il giro del mondo. Letteralmente. Non sono neanche parole pronunciate, sono scritte. In privato a un tifoso che lo aveva offeso e pubblicate direttamente dallo stesso presidente. Come se fosse un “monito”. Noi che lo conosciamo, che sappiamo come ragiona e come reagisce alle sconfitte non siamo stati troppo meravigliati. Fuori Terni sì. E – dobbiamo dire la verità – anche qualcuno a Terni.
Le reazioni di pancia, del presidente, fanno sempre discutere. Sono dirette, cruente a volte anche esagerate. Ma non per questo sbagliate. Sbagliate nella forma, certamente sì, soprattutto ora che è candidato sindaco. Sbagliate nella “tempistica”, perché in generale non si risponde ai tifosi, tantomeno a caldo. Ma nella sostanza possiamo certamente capire la frustrazione del presidente. Perché è la frustrazione di tutti noi.
Se volete – giusto per essere il più chiari possibile – il presidente ha fatto un solo errore. Andare sotto la curva, a fine partita. In un contesto di frustrazione per entrambe le parti, la voce l’hanno alzata tutti. Come lui la alza nelle risposte sui social, così è stata alzata dai tifosi presenti a Frosinone. Dopo una partita del genere, dopo un periodo del genere, meglio non parlare con nessuno. Meglio tornarsene a casa con tanti pensieri in testa e cercare di capire come raddrizzare la situazione.
Oggi fa “notizia” l’eloquio presidenziale. Come lo ha fatto tante altre volte e come tante altre volte, probabilmente, lo farà. Oggi – con le sconfitte che arrivano e i punti che invece stentano – tutti si sentono autorizzati a dire la loro. E non solo: a dirla nel modo peggiore possibile.
Bandecchi in questa Ternana ci ha messo tutto quello che poteva. Con i suoi pregi e i suoi difetti. Ha sbagliato tanto e ha corretto gli errori. Continuerà a sbagliare, ma lo farà sempre con un obiettivo in testa: la conquista della Serie A. Per farlo non ha avuto problemi a esonerare Lucarelli per prendere uno che credesse di più in questa impresa. Le cose non sono migliorate, anzi. Ma questo non vuol dire che Bandecchi non ci provi ancora.
Il calcio – e questo il presidente lo ha imparato a sue spese – non è un’equazione matematica. Altrimenti vincere sarebbe semplicissimo. E’ una somma di vari fattori, di cui nessuno conosce veramente il dosaggio. Anche parlando fra di noi, in questo momento di enorme difficoltà, facciamo fatica a trovare due che pensino la stessa cosa.
E allora non rimane che confrontarsi in maniera serena, perché la soluzione all’enigma può arrivare da chiunque. Anche da chi ieri ha tirato una bottiglietta d’acqua, frustrato (immaginiamo) dal risultato, non certo dal presidente.
Ora alla guida tecnica della squadra c’è un uomo di grande esperienza e di grande valore. La posizione di classifica dice che ancora si può sognare, i punti e il trend dicono che bisogna cominciare anche a guardare dietro. Come al solito ci vuole equilibrio. E in questo momento non è l’unica cosa che manca.
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