Incompatibilità. In questo mese non si è parlato d’altro in casa rossoverde. Altro che l’addio di Lucarelli, il ritorno di Andreazzoli. Intorno a questa vicenda si sono mosse tutte le argomentazioni rossoverdi. Incompatibilità. Sappiamo tutto: da tifosi ci siamo dovuti studiare delle carte che non pensavamo mai ci potessero servire. E comunque non abbiamo certo una soluzione. Ma in tutta questa vicenda ci è spiaciuto di una cosa: di alcune espressioni che il Sindaco, nel suo nuovo ruolo, ha avuto nei confronti della Ternana.
Il giorno dell’insediamento si è discusso molto delle Fere. Si è discusso soprattutto dello Stadio, naturalmente.
“L’Università ha acquistato un terreno sotto Narni dove costruirà uno stadio tutto suo (anche se poi oggi questa dichiarazione sembra lontana anni luce, visto che l’Università ha deciso nuovamente di vendere): non uno stadio per la città di Terni”
“La Ternana giocherà nel suo stadio personale, altrimenti non si iscriverà più al campionato visto che servono 7 milioni per rimettere a posto quello stadio”
“Mi dispiace che il prefetto di Perugia non faccia andare a giocare la Ternana lì per motivi di ordine pubblico”
“Tutto è nato per uno stadio dove da 100 anni gioca la vostra squadra che io adesso non iscriverei nemmeno più al campionato”
Ecco queste sono (più o meno) le frasi che non ci sono piaciute. Sono provocazioni, in pieno stile Bandecchi. Ma ci sembrano proprio come un autogol. Chi le pronuncia? Il Sindaco o il Presidente? Sembrano più quelle del proprietario di una squadra che non trova il campo per giocare perché in rotta con il sindaco. Sembrano sottolineare un potenziale conflitto di interessi, proprio intorno al tema dibattuto in consiglio comunale.
La Ternana trattata male (“non la iscriverei neanche al campionato”) e buttata nell’agone politico. Lo stadio (per quanto brutto e malandato è sempre il “nostro” Liberati) lasciato al suo destino di abbandono. La città lasciata potenzialmente senza stadio.
Sono provocazioni, che lasciano il segno. Che scavano un solco. Bandecchi è un divisivo e ha sempre combattuto le sue battaglie a petto in fuori. In questa circostanza però non ci è sembrato il Sindaco di tutti. Il Sindaco che dovrebbe trovare la miglior soluzione possibile per la squadra della città che rappresenta, nell’interesse comune (e quindi anche dello stadio). E evidente che non a tutti i cittadini interessa della Ternana, ma tutti i tifosi sono cittadini. E’ altrettanto evidente come la vicenda dell’incompatibilità abbia lasciato molta amarezza in Bandecchi e che abbia provato sempre e fino all’ultimo a non dover lasciare la sua squadra. Una squadra che – come abbiamo avuto sempre modo di dire – è sua e che gestisce lui, ma che non può prescindere dai suoi tifosi. Che non la possederanno materialmente ma che ne hanno a cuore le sorti: come e più di un proprietario.
Ecco perché certe affermazioni stonano, ecco perché non ci sono piaciute. Nessuno di noi penserebbe mai di non iscrivere la squadra al campionato, nessuno di farla giocare al Perugia. Provocazioni d’accordo. Speriamo rimangano tale e speriamo che la necessità di vendere non sia più importante della scelta dell’acquirente. Visto che anche in questo caso i ruoli di Sindaco e Presidente si fondono.
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