C’è un gruppo, e lo sapevamo. Adesso c’è anche un leader, ed è la nota più lieta smaltita la gioia per un derby pareggiato recuperando due volte il Perugia, la seconda dopo un clamoroso errore arbitrale. L’ennesimo. Adesso, però, manca una società che sappia farsi sentire, che batta i pugni sui tavoli giusti e non deleghi all’allenatore e ai giocatori la responsabilità di andare davanti ai microfoni e denunciare il ripetersi di situazioni arbitrali che rischiano di compromettere il cammino della Ternana verso la salvezza. Il vittimismo, però, non c’entra: si tratta soltanto di cinico realismo in un campionato in cui ogni punto può essere decisivo vista la classifica cortissima.
Innanzitutto i fatti: il gol del 2-1 contro l’Entella con Malele in sospetto fuorigioco a disturbare la visuale di Brignoli prima della ribattuta vincente di Iacoboni (arbitro Gavillucci, 4 novembre); il gol della possibile vittoria casalinga contro lo Spezia annullato a Avenatti per un sospetto fuorigioco di Bojinov, dinamica molto simile a quella di Chiavari (arbitro Abisso, 16 novembre); calcio di rigore inesistente per presunto fallo di Meccariello su Parigini per il provvisorio 2-1 del Perugia e sospetto intervento di Comotto su Ceravolo in area quando si era già sul 2-2 (arbitro ancora Gavillucci, 22 novembre). Restando soltanto all’ultimo mese, quindi, significa che nelle ultime quattro gare (fatta eccezione quella vinta a Bari) la Ternana è uscita dal campo per ben tre volte con più di un motivo per recriminare sulle decisioni dei giudici di gara, e ci vuole poco ad immaginare dove sarebbero oggi in classifica i rossoverdi con tre (o addirittura cinque, nella migliore delle ipotesi) punti in più. Un dato a cui bisogna aggiungere lo 0 nella colonnina dei rigori a favore che fa dei rossoverdi, assieme all’Entella, l’unica squadra che nella prime 15 partite di questa stagione non si è mai vista assegnare un calcio dagli undici metri (la classifica la guida il Catania con 8, seguito dal Pescara con 7, dal Trapani con 6 e da Perugia e Carpi con 5).
Non possono meravigliare, allora, le parole dure dette da Tesser nelle interviste del dopo partita al Curi: se anche un allenatore di solito pacato e mai incline alle polemiche come il tecnico di Montebelluna è stato costretto a lasciarsi andare, significa che nello spogliatoio rossoverde comincia a farsi spazio la sensazione di un trattamento non proprio equo da parte della classe arbitrale. Una rabbia di cui Valeri Bojinov si è fatto interprete, con toni piuttosto pesanti, dimostrando ancora una volta di essere diventato il leader di un gruppo giovane che si sta appoggiando alla sua esperienza. In campo, con il preziosissimo gol dell’1-1 segnato a Perugia appena tre minuti dopo il vantaggio di Parigini, e soprattutto fuori dove i tifosi ternani non potranno mai dimenticare quell’esultanza guascona e un po’ provocatoria sotto la Nord.
Tesser e Bojinov, ma anche Bastrini ha espresso lo stesso concetto sabato dopo il derby, hanno detto la loro. Adesso però sta alla società farsi avanti e pretendere rispetto per la Ternana e i suoi tifosi. Perché le parole di un allenatore e di un attaccante valgono per i titoli dei giornali, quelle di un presidente invece devono farsi sentire nelle stanze della Federazione, in quelle di Lega e con i designatori arbitrali. La forza di questo gruppo, la grinta dimostrata anche sabato al Curi e il lavoro di Tesser meritano di potersela giocare con tutti ad armi pari già dal prossimo impegno contro il Catania, senza recriminazioni, cattivi pensieri o alibi. Per nessuno.
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