Due mesi, tanti ne sono passati, giorno più, giorno meno, da quando la Figc (no, non stiamo scherzando) ha diramato i criteri per il ripescaggio delle squadre in Serie B, nel malaugurato caso in cui qualche società non fosse riuscita ad iscriversi alla prossima stagione. Due mesi in cui sono state bocciate, tre o quattro volte per una, le domande di iscrizione e i ricorsi per l'ammissione al prossimo campionato di B di Cesena, Bari e per ultimo Avellino, con Siena, Ternana e Pro Vercelli prima, e Novara e Catania poi, pronte a darsi battaglia per riempire le vacanze d'organico.
Criteri, quelli per il ripescaggio, che apparivano da subito ben chiari: si tiene conto del posizionamento nell'ultimo campionato, della storia e della tradizione calcistica della città e della media spettatori, mentre ostative sono le penalizzazioni scontate nelle ultime tre stagioni per illeciti amministrativi, che diventano due per quelli sportivi. Tutto molto semplice, così tanto che Novara e Catania non possono ambire alla B, o meglio non potrebbero, perchè a poche ore dalla chiusura dei termini per la presentazione delle domande di ripescaggio le regole vengono cambiate su richiesta del Novara, che rientra in corsa portandosi dietro anche il Catania. E allora via coi ricorsi, con le sentenze, con gli avvocati, fino a che, improvvisamente, dalla Lnpb si leva il grido: vogliamo una B a 20 squadre! La Figc, lo scorso 3 agosto, nega questa possibilità in maniera perentoria, non si può cambiare il format così a stretto giro, serve almeno un anno. Il tutto mentre le aule dei tribunali sono ancora piene di società calcistiche. Venerdì scorso, mentre il Collegio di Garanzia del Coni decide per la sospensione della sentenza che riabilita Novara e Catania, rimandando la decisione al 7 settembre a meno che la Figc non diramasse la famosa graduatoria come era in origine, la Lega di B la pensa più grossa: il campionato rischia di slittare, vogliamo il blocco dei ripescaggi, vogliamo un campionato a 19! Perchè mai la Federazione dovrebbe accettare una forzatura del genere, arrivata poi come una sfida tanto da fissare una data (il 13 agosto alle 19) per la cerimonia? Una settimana prima (il 3 di agosto), d'altra parte, era stata così chiara: la Serie B è a 22, l'organico non verrà diminuito e ora sotto coi ripescaggi. Tutto fila liscio, finalmente, ci si avvia verso la fine di questa faticosa estate di processi e delibere, male che vada si arriverà al 7 settembre. Ma la Lnpb insiste, lancia provocazioni, e le squadre ripescabili o aspiranti tali preparano ricorsi, la Lega Pro prepara a sua volta una diffida e la inoltra, Gravina non vuole assolutamente una B a 19, che lo costringerebbe a rivedere di nuovo i gironi e i calendari della sua Serie C. Tutti si tutelano, ma senza ombra di dubbio questa volta le regole faranno il loro dovere; e invece no. Con una tempistica record la Figc vara la modifica del Noif, blocca i ripescaggi e decide che in caso sia in pericolo la puntualità dello svolgimento del campionato, il limite di squadre per la Serie B può essere ignorato. Tutto questo lo decide in 40 minuti; 40 minuti in cui Fabbricini decide che lo scorso 3 agosto non era corretto perché nel frattempo il caos ripescaggi non aveva determinato una classifica certa. Calendari fatti, la tanto agognata puntualità nell'inizio della stagione è salva, poco importa se da domani potrebbe ricominciare un'altra guerra, potrebbero esserci altri mesi di battaglie, se le squadre coinvolte non hanno potuto essere certe del mercato da portare avanti fino ad oggi, quando il mercato è di fatto finito.
E sia! Vi diamo il benvenuto, signori, nell'estate del caos all'italiana, dove, come diceva Jovanotti, le regole non esistono, esistono solo le eccezioni.
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