Ormai è un dato di fatto: la Ternana soffre il Liberati. Perchè è difficile capirlo visto che da queste parti anche quando viene fuori come domenica, la contestazione non raggiunge mai livelli esasperati. Che sia un fatto psicologico può comunque essere visto che contro l’Entella, giusto per citare l’esempio più recente, nella ripresa la squadra è migliorata sfiorando anche il pareggio. Preso lo schiaffone, anzi due, ha cominciato a giocare. C’è da capire perché non riesca a farlo dal primo minuto, perché ogni volta che gioca in casa aggiunge un problema nuovo ad un carnet ormai fornitissimo. Approccio, interpretazione della gara errori individuali clamorosi: di tutto e di più giusto per non farsi mancare niente, per rendersi la vita complicata anche quest’anno con un organico che continuiamo a ritenere superiore a quello delle stagioni precedenti anche se, a dirla tutta, i risultati non stanno sostenendo questa nostra tesi.
I giocatori sono arrabbiati e delusi com’è giusto che sia. Il tecnico sembra essere scoraggiato perché nonostante il grande lavoro quotidiano non riesce ad ottenere quella continuità di prestazioni e di risultati indispensabile per cambiare marcia e lasciare la bassa classifica. Domenica Breda non riusciva a trovare una spiegazione logica e si è trincerato dietro una frase gettonatissima: “Dobbiamo lavorare ancora di più, solo così se ne esce”. Benissimo. Lavorare è indubbiamente il modo migliore per crescere nell’affiatamento, nella ricerca di schemi validi, per migliorare la condizione fisica.
Ma un filo conduttore che porti all’obiettivo ci dev’essere. E proprio l’allenatore deve individuarlo. Che poi si tratti di lavorare più sulla testa che sulle gambe dei giocatori è un altro discorso, valido anche questo. Ma sempre dal tecnico deve partire il segnale forte, lui deve trovare la soluzione con questi giocatori o, magari, anche con qualche altro che potrebbe arrivare a gennaio. Ma mai e poi mai deve trasmettere segnali diversi, di impotenza, quelli di chi non sa a quale Santo votarsi. Sarebbe l’inizio della fine per la Ternana e prima ancora per la sua esperienza in rossoverde. La squadra, sostengono gli esperti, di solito assume il carattere dell’allenatore. Da giocatore Breda era uno che non mollava mai. Da tecnico lo stiamo scoprendo in queste settimane. Ci faccia capire allora di che pasta è fatto perché questo è il momento di metterci anche l’anima.
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