Caro amico ti scrivo…

"…Così mi distraggo un po'…E siccome sei molto LONTANO, più forte ti scriverò…"

No, state tranquilli, non è mia intenzione in questa autorevole sede celebrare i fasti di una delle più belle canzoni di Lucio Dalla ("L' anno che verrà" per l' appunto). L' intento, invece, è quello di scrivere ad un "amico" molto, molto LONTANO (soprattutto dalla realtà Ternana), un po' per cercare di smaltire la solenne incazzatura rimediata dopo l' ennesima magra casalinga rimediata sabato scorso col Latina, un po' per rispondere alla letterina che questo "amico" aveva indirizzato tempo fa ai tifosi della Ternana e un po', soprattutto, per spiegare a questo persona come funzionano le cose nel mondo del calcio… Dunque, caro "amico": vuoi sapere innanzitutto perché gli arbitri sembrano tirarla alla Ternana (e forse gliela tirano sul serio, vedi il "sadico" comportamento dell' ineffabile Minelli, che sabato scorso ha compiuto un' autentica strage nelle fila rossoverdi)…? Semplice. Dovresti sapere che il "Palazzo dei bottoni" dei vari Tavecchio, Macalli, Lotito & C. è retto da sistemi degni della peggior "prima repubblica" nel senso politico più deteriore del termine. E' un mondo, di conseguenza, dove conta moltissimo il "sapersi muovere", l' allacciare amicizie influenti, l' essere presenti il più possibile, lo strepitare rumorosamente quando serve. Ebbene caro "amico", mi risulta invece (ma forse mi hanno raccontato una "fregnaccia"…) che tu in particolare e la tua società più in generale, disertiate abitualmente detto Palazzo, le riunioni che vi si tengono, i "summit" più intriganti e i "coventicoli" più suggestivi, dove tuttalpiù viene mandato un "sostituto" che, per quanto bravo ed affidabile, non può certo avere il carisma e i poteri di rappresentanza che deve avere, in genere, chi comanda!

E allora può succedere (e forse succede) che questa società venga non solo snobbata, ma anche "danneggiata" o, nella migliore delle situazioni, non presa in considerazione. La prova? Hai visto che ha saputo recentemente dire il Consigliere Federale Lotito del Carpi, del Frosinone, ecc.  …? E queste ultime città (e relative società calcistiche), bada bene, sono piazze che si fanno sentire! E tu ritieni che una "piazzetta" come Terni, con meno di 4.000 spettatori a partita, con un hinterland che se ne frega o quasi, con la crisi che non ne fa certo la città più appetibile d' Italia, possa essere presa in considerazione da chi comanda, soprattutto se certi "veicoli pubblicitari", queste "publics relations"  vengono costantemente trascurati? E non mi venire a dire che non è vero, perché all' interno del tuo "palazzetto di Via Aleardi" da sempre anche i muri hanno orecchie e, soprattutto, parlano…con tanto di pubbliche conferenze stampa tenute tutte le mattine nei migliori bar cittadini… Sai…la città è piccola…e la gente "mormora"…Te lo dice uno che (purtroppo) la dentro c'ha vissuto per 5 anni…peraltro sputtanandosi in una maniera ignobile! Se poi a questa chiamiamola "trascuratezza" aggiungi un selezionatore arbitrale che, oltre che "filo-governativo", è anche astioso e vendicativo, la frittata è fatta…

 

Ma in fondo, caro "amico", questa vostra trascuratezza  si riflette – eccome! – anche nei rapporti con la città, con le istituzioni, con la tifoseria (quella poca che è rimasta)! Tu pensi realmente che questa società sia così vicina a Terni e ai Ternani? Tu credi proprio di aver allacciato con la gente rapporti non dico cordiali, ma almeno improntati al reciproco rispetto e alla giusta considerazione? Capisco che quando uno è oberato da impegni professionali ad altissimo livello e di enorme responsabilità, sia portato a distogliere l' attenzione da altri tipi di oneri meno gravosi e dai problemi con gli stessi connessi, ma… Ma gestire una società di calcio non è come gestire una semplice azienda, per quanto importante, o un grande studio professionale. Certo: innanzitutto i conti devono quadrare: è giustissimo! Ma quando si parla di calcio, di passione, di colori sociali, di storia, di gente che è attaccata ferocemente a questo simbolo identificativo delle proprie radici, non basta fare bene i conti per far quadrare…i conti! Ci serve ben altro! La presenza fisica innanzitutto. Una squadra di calcio è come un figlio piccolo; è una creatura che va educata, sostenuta, seguita, stimolata, coccolata, rimproverata, premiata e anche punita se serve. E tutto questo con una presenza costante sul posto del "padre" di famiglia , affinché il "figliolo"  debba/possa avvertire continuamente l' amorevole "pressione" del genitore, così da non sentirsi abbandonato a  se stesso. Del resto sarai d'accordo con me che il lavoro del genitore è sempre a tempo pieno e mai a part-time! E non basta comprare al figlio la play-station o lo smart-phone dell' ultima generazione per crescerlo adeguatamente…

 

Inoltre mi permetto di ricordarti sommessamente che una squadra di calcio è di proprietà esclusiva di una società solo ed esclusivamente sotto il punto di vista "giuridico" ed "economico". Ma non bisogna MAI dimenticare che una squadra di calcio è anche patrimonio storico, sociale e culturale di una CITTA', di una intera comunità! Non è un "corpo estraneo" al tessuto sociale che la ospita, come tu, caro "amico" – e pure qualche altro tuo "amico"- a volte sembra che riteniate…

Della serie: "i soldi li caccio io (che poi manco è vero…) e di conseguenza voi non rompete le scatole"! No, non funziona così. Non ha mai funzionato così da quando è stato inventato il gioco del calcio!  La città che ospita la squadra di calcio va innanzitutto non dico blandita, ma quanto meno ascoltata e poi se possibile assecondata nelle sue aspettative, perché non ci scordiamo mai che chi va allo stadio li caccia sul serio i soldini, pochi o tanti che siano, e quindi ha pieno diritto di essere preso in considerazione! E questa società che cosa ha fatto per la nostra città e per i suoi abitanti e tifosi dal 2003 ad oggi…? Certo, diranno i "cortigiani": ci garantisce la Serie B! Ti pare poco? Ma anche una Serie B disputata davanti a pochi intimi, con una costante emorragia di pubblico, con risultati "uterini" che spesso e volentieri provocano negli spettatori violenti attacchi di mal di stomaco, con campagne acquisti improntate al massimo risparmio giustificato con le più banali scusanti, con una società praticamente assente dal contesto sociale cittadino (operazioni di facciata a parte…) e con le poche prese di posizione provenienti dal "Palazzo" spesso addirittura provocatorie, se non addirittura irritanti (vero Mogol..?)…permettimi, è una Serie B di scarso spessore…!

 

Non sei forse d'accordo sulle campagne acquisti improntate al massimo risparmio?? E allora vallo un po' a chiedere a Tesser se è contento di essere costretto per l' ennesima volta ad inventarsi una formazione affidabile per sabato prossimo in quel di Avellino, quando sarebbero bastati "due spiccetti" (o, magari, un paio di svincolati) per rinforzare la squadra a gennaio…! Vorrei in conclusione domandarti, caro "amico", perché tanta gente a Terni preferirebbe addirittura ricominciare dalla Serie D, piuttosto che continuare a vivacchiare in Serie B in questo modo a dir poco anonimo e, soprattutto, con questa società al comando… Ognuno è padrone di spendere i propri soldi o addirittura di buttarli via come gli pare, per carità… Ma senza dimenticarsi mai, però, che è "ospite" in una città che merita innanzitutto rispetto.

Per la sua storia, per le sue tradizioni, non solo operaie ma anche calcistiche, per la sua cultura e soprattutto per le sue meravigliose genti. E ora permettimi di concludere questo mio piccolo, stupido "sfogo" con le stesse parole della canzone del grande Lucio Dalla dalla quale ho estratto il titolo di questo editoriale:

 

"…Vedi caro amico

cosa si deve inventare…

per poterci ridere sopra…

per continuare a sperare…"

 

E ricordati, in ogni caso, che io ti stimo moltissimo…