Ormai siamo tutti d’accordo. Almeno così sembra. Il pareggio di Frosinone è buono ma la sostanza è che con l’uomo in più la Ternana avrebbe dovuto vincere. Morale: due punti gettati. E Cristiano Lucarelli non si è fatto attendere nel suo giudizio tranciante. Alcuni brani significativi: “Mi è piaciuto soltanto Pettinari” … ”partite come questa ci dicono che dobbiamo pensare soltanto a salvarci”.
Bene. Se riconduciamo le parole del tecnico ad un nostro titolo di poche settimane fa “Dicembre è la grande chance dei secondi” il risultato è semplice. La Ternana, come tutte le squadre al mondo, ha un organico fatto di titolari e di riserve. Così li avrebbero definiti una quarantina di anni fa. Oggi invece si parla di “gruppi equilibrati, omogenei in cui tutti possono ritagliarsi il loro spazio”. Allora si andava in campo in undici e in panchina oltre al portiere (12) c’era un solo giocatore (13). Oggi siamo arrivati a 12 giocatori in panchina cinque dei quali utilizzabili in tre slot. Insomma, la completezza della rosa è diventata fondamentale.
Ma ciò non toglie che all’interno della stessa esistano differenze. Ed è per questo che da sempre considero un gruppo di 12-13 titolari e di altri che possono dire la loro saltuariamente. Poi all’interno dei titolari ce ne sono alcuni che ritengo inamovibili.
Questa mia considerazione può essere contestata, ma difficilmente può essere sbugiardata perché anche nella Ternana della passata stagione protagonista di una irripetibile galoppata, certe differenze c’erano. E ancor più sono rimaste in un campionato inesplorato pe molti qual è la serie B.
Tutto questo per avvalorare la tesi secondo la quale quando vai in campo senza alcuni dei titolarissimi ed altri titolari non puoi essere lo stesso di sempre. Qualcosa ti manca in qualità, in esperienza e anche nel modo di riproporre il gioco e l’atteggiamento che tante volte ti hanno fatto vincere.
Quindi, siccome a Frosinone mancavano titolarissimi come Falletti, Palumbo, Proietti e titolari come Defendi e Agazzi il punto portato a casa resta un buon risultato. Anche perché c’era gente non al meglio come Partipilo (su tutti), Martella, Capuano, Furlan.
Ciò non toglie che in superiorità numerica per un’ora era lecito attendersi qualcosa in più del pareggio: con la rabbia e la voglia di vincere si sarebbe potuto chiudere il Frosinone in difesa e magari infilarlo per la seconda volta. Invece è stata palese la preoccupazione di vedersi beffare fino alla fine.
La morale tratta da Cristiano Lucarelli riguarda la classifica “possiamo guardare solo a chi ci sta dietro” la nostra è un po’ diversa. Questo lo consideriamo un campionato di assestamento, il prossimo con i dovuti adeguamenti potrà essere più ambizioso. A meno che certi miglioramenti non arrivino a gennaio. Ma questa è un’altra storia.
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