Closing e mercato: preoccupa la Ternana che chiude la fila della serie B
Un’altra settimana se ne sta andando e niente è successo sotto il cielo rossoverde. O almeno non è successo quello che era lecito aspettarsi. Ovvero il tanto inutilmente citato closing e l’avvio di un mercato in entrata indispensabile per compensare quello in uscita che fin qui ha tolto pezzi fondamentali alla Ternana.
Quello che ci lascia in dote la settimana è soprattutto confusione e incertezza. Confusione per come si sta muovendo la Ternana, incertezza per quello che dovrebbe o potrebbe succedere.
Sul fronte societario i dubbi sono gli stessi che avevamo quando è stato annunciato il cambio di proprietà da Unicusano e Pharmaguida. E non parliamo soltanto di cifre, di bilanci e ricavi. Parliamo di una compagine che sembrava dovesse avvalersi della consulenza di Ferrero poi scomparso dai radar, che cerca soci possibili che prima poteva contare, poi non più, sul 5% di Unicusano. E via di seguito senza contare i tentativi di avvicinare l’area Lotito all’area Guida.
Schermaglie, per carità, ma sussurri che hanno alimentato e continuano ad alimentare quella confusione che avevamo auspicato potesse scomparire in fretta, cancellata dall’azzurro limpido di una giornata estiva.
Invece niente di tutto questo mentre, di contro, sono cominciate a circolare voci, con quale conferma più o meno diretta, di presenze nell’area tecnica di personaggi che a Terni hanno già avuto un ruolo con fortune non proprio esaltanti.
Un esempio, giusto per chiarire. La Ternana, prima del cambio societario, aveva stretto un accordo con Guido Di Deo, stimato centrocampista ex rossoverde, per affidargli la guida della squadra primavera. Cambio di proprietà e cambio di strategia: non più Di Deo ma Massimo D’Urso anche lui con un passato di secondo piano nella Ternana. Provenienza di D’Urso? Lazio. E così il gioco è fatto. Legare D’Urso a Fabiani quindi a Lotito è quasi scontato. Magari non sarà così però a pensarlo non si fa certo peccato. Anche perché non ci risulta che il cambiamento sia frutto di strategie ripensate dai vertici del settore giovanile.
Un esempio che se sommato all’immobilismo regnante nel mercato dei “grandi” non può che alimentare confusione e incertezza della tifoseria. Perché, se a qualcuno in via della Bardesca e dintorni fosse sfuggito, la Ternana di oggi non è la squadra che può pensare di salvarsi senza soffrire nel prossimo campionato di serie B. Anche perché ci sono ancora partenze con le quali fare i conti (Corrado e Diakité, forse Celli). E, se ci è consentito, immaginare che possano tornare Mantovani e Favilli è abbastanza azzardato. Perché sono giocatori che hanno un costo sia di cartellino (Favilli) che di stipendio, entrambi. Com’è giusto vista la buona stagione disputata. E la Ternana che vuole abbassare il monte stipendi e ringiovanirsi può essere considerata in linea con questi due ambiziosi ritorni? A spiegare tutto questo c’è soltanto il silenzio. Quindi nessuna spiegazione da chi dovrebbe darne: la società. Già, ma quale, Quella del presidente dimissionario o quella del futuro presidente? L’attesa va avanti da qualche settimana e chissà per quanto ancora durerà. Nel frattempo il diesse Leone “l’unico incaricato a trattare per la Ternana” è con le mani legate. Come potrebbe muoversi senza società certa, senza budget, senza programmi chiari? Gli ottimisti contano sul probabilissimo slittamento dell’inizio del campionato. Ma il 2 settembre è comunque dietro l’angolo e la preparazione svolta con un organico destinato a modificarsi completamente non è certo garanzia di una solida partenza come il calendario imporrebbe.
Per questo non resta che augurarci che la prossima sia la settimana giusta per diradare la tanta nebbia che avvolge il mondo rossoverde. Con parole chiare a spiegare strategie e scelte altrettanto leggibili. Gli altri riempiono le pagine dei giornali la Ternana per ora si limita a leggere.