Col Novara crisi scacciata? Tutt’altro: niente euforia, ora servono conferme
Roberto Breda alla prima sulla panchina della Ternana ha fatto centro. 2-0 al Novara, rossoverdi per la prima volta in questa stagione capaci di vincere una partita di campionato. Simone Longarini che dopo essersi negato a telecamere e flash in estate si è regalato una vera e propria overdose di Liberati con tanto di premio per i novant’anni del club: ironia della sorte, l’ha ritirato lui che in sella c’è da tre mesi. E ancora, Falletti che segna per la prima volta al Liberati un gol per giunta decisivo con Ceravolo che completa la giornata positiva dell’attacco e la difesa che chiude per la prima volta senza incassare gol. E non bastasse anche Mazzoni diventato protagonista dopo aver incassato qualche giudizio tranciante da un popolo che sembra non avere più pazienza: dentro o fuori alla prima.
Tutti elementi che farebbero pensare ad una giornata da incorniciare, ad una crisi scavalcata come fa un quattrocentista sull’ostacolo basso. Ma non è così. Lo sa Breda e lo sa pure Acri. Sarebbe bene ci facessero un pensierino anche tutti gli altri del gruppo, da Longarini in giù. Perché l’euforia sarebbe controproducente e ingiustificata visto che a nessuno è sfuggito un fatto: il Novara ha fatto la partita per lunghissimi tratti mentre la Ternana sbuffando, ha saputo sfruttare due momenti utili per far suo il match.
Insomma, pur senza chiamare in causa la dea bendata che fa parte del gioco (prima o poi dicono che tocchi a tutti ma noi non ne siamo così convinti) la Ternana questa volta ha saputo sfruttare al meglio gli episodi, le situazioni di gioco. Il portiere ha parato tutto, gli attaccanti l’hanno messa dentro alla prima occasione. Gli ottimisti parlerebbero di Ternana cinica. Noi preferiamo frenare parlando di una Ternana che ancora deve capire di quale pasta è fatta e soprattutto chiarire a se stessa in che modo dovrà giocare nel prosieguo del campionato, senza dimenticare che la capacità di cambiare modulo e di rinnovarsi strada facendo è una dote formidabile. Però la squadra dopo sei partite è alla ricerca della propria identità, di un equilibrio che ancora non ci sono. Forse ha imboccato la strada giusta ma per capirlo servono conferme. Breda ha detto che lavorerà su quanto non è andato bene sabato scorso per cercare di migliorare il rendimento del gruppo. La squadra dovrà seguirlo senza battere ciglio perché anche il tecnico ha bisogno di fiducia. Quella della squadra e della gente, quella della società. Quella fiducia che forse è venuta meno al suo predecessore. La prima verifica a La Spezia: sarà durissima. Però meglio sbattere subito addosso ad un avversario forte piuttosto che illudersi con qualcuno più abbordabile, sempre tenendo conto il giudizio positivo sull’organico rossoverde. Un gruppo che trovando la strada maestra potrà togliersi dai guai e magari regalarsi pure qualche gioia.