Con Giorgio Cavalli se ne va uno degli ultimi pezzi del grande vivaio rossoverde

Con Giorgio Cavalli se ne va uno degli ultimi pezzi del grande vivaio rossoverde

Massimo Laureti

Un’altra maglia rossoverde è volata in cielo. E’ quella di Giorgio Cavalli che il primo giugno avrebbe compiuto 92 anni. A Giorgio mi legano ricordi che si perdono nel tempo ma che mi aiutano a tratteggiare le mie esperienze con la Ternana.

Io giovanissimo tifoso aggrappato alla rete della gradinata di viale Brin ammiravo i guizzi di Giorgio che su quel campo ancora sterrato giocava da attaccante. Eravamo verso la fine degli anni ’60. Giorgio con la maglia rossoverde mise insieme 186 presenze segnando 29 gol.

Erano anni trascorsi nei campionati di promozione, di quarta serie, di serie D. Tra gli allenatori Oreste Cioni fino a Stefanini.
Poi un lungo salto nel tempo che Giorgio occupo’ giocando ancora al calcio con altre squadre della Regione, fino a ritrovarlo ancora nella Ternana a metà degli anni ’70 , quando entrò a fare parte di quella sorta di dream team che si era costituito nel settore giovanile della Ternana.

Da Omero Andreani a Giorgio Giuliani, Roberto Marsiliani e, appunto, Giorgio Cavalli. Accanto a me, o meglio, io accanto a lui, a mio padre prima tifoso poi dirigente responsabile del vivaio rossoverde. Ricordo uno ad uno quei personaggi. Non ho dimenticato Franceschino Carboni o Ferrero Falchetti così come non ho mai dimenticato la figura di Giorgio Cavalli. Quel suo modo anche brusco di rivolgerti la parola, d’impartire indicazioni ai suoi ragazzi e quel sorriso che gli compariva in volto un istante dopo. Un amico tra gli amici. Un uomo che ha vissuto per il calcio e nel calcio tanto da costituire esempio per il figlio Alessandro, da tanti anni apprezzato allenatore anche nel settore giovanile della Ternana. Alessandro ad allenare come Giorgio che ha continuato a trasmettere passione e calcio per tanti e tanti anni anche in altre società dopo l’esperienza (in due fasi distinte) vissuta in rossoverde prima con la società che riconquistò la serie A(’74-75) poi con quella molto meno fortunata della gestione Migliucci.

E’ stato maestro di calcio nella Maroso prima di chiudere la propria esperienza nell’Olympia Thyrus dove ha ricoperto anche un ruolo dirigenziale. Ed è proprio alla sua esperienza nell’Olympia che lo ritrovo collegato ad un momento importante della mia vita. Quando il presidente Sandro Corsi, al quale sarò eternamente grato, decise d’intitolare a mio padre Ovidio il campo di calcio nel quale svolge l’attività l’Olympia. Momenti di vita, contatti che restano nella memoria. E di quelli avevo brevemente parlato con il figlio Alessandro qualche giorno fa, a margine di una trasmissione televisiva. Ricordi che porterò per sempre con me. E ricordando Giorgio abbraccio con affetto la sua famiglia.