Stavolta mi sono permesso il lusso di scomodare addirittura il Premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello per meglio penetrare i segreti della Ternana Unicusano targata Sandro Pochesci!
Chi conosce la contorta vicenda della signora Ponza e del genero signor Freola (i protagonisti della celebre opera teatrale dello scrittore siciliano) potrà sicuramente condividere il mio ardimentoso paragone, partendo dal presupposto che la novella pirandelliana tende a sottolineare l' impossibilità dell' uomo di riconoscere la realtà.
Traslando il significato del racconto in questione nell'attuale mondo rossoverde, ne deriva in maniera ineludibile l'attuale impossibilità pratica per i tifosi della Ternana e per gli addetti ai lavori di decifrare compiutamente la "realtà" dell' affascinante creatura pochesciana.
È inutile spenderci troppi giri parole: questa è la Ternana!
Un coacervo di contraddizioni, un complicato melange di soluzioni di gioco oggettive e soggettive, un intrigante meccanismo talvolta infarcito di banali errori individuali, altre volte arricchito da giocate dall' alto contenuto spettacolare.
Un' autentica macchina da gol, capace di mettere tutti i giocatori nelle condizioni di centrare il bersaglio grosso, escluso il portiere (almeno per il momento…).
E, nel contempo, un baluardo difensivo troppo spesso fragile, specie nei primissimi minuti di gioco, complice una concentrazione non sempre ottimale.
Una banda di "briganti" legati da un patto di sangue indissolubile, uniti, compatti e pericolosi come uno sciame d'api assassine; un gruppo di giovanotti che se decide di schiacciare l'avversario diventa inarrestabile; ma anche capace di trasformarsi improvvisamente in un gregge di pecorelle smarrite…Un complesso hard rock in grado a di suonare a tratti una musica travolgente e poi di violentare i timpani con delle stecche paurose!
E poi c'è lui… il nuovo profeta del calcio ternano: Sandro Pochesci.
Mi viene da dire…"E venne un uomo", estorcendo questa volta la suggestiva definizione al celebre film di Ermanno Olmi che raccontava la vita del conterraneo Giovanni XXXIII.
Ovviamente non si vuole recare nessuna offesa alla straordinaria immagine del Papa Buono: sarebbe quasi blasfemo!
Qui si tratta soltanto di cercare di inquadrare un allenatore fino a pochi mesi fa semisconosciuto alle grandi platee calcistiche nazionali, che però è improvvisamente diventato un personaggio a 360° in tutto il mondo pallonaro italiano.
Un innovatore? Un presuntuoso? Un genio della pelota? Un visionario calcistico?
Beh…certamente la sua filosofia tattica ha ben poco a che vedere con quella di tanti altri più conclamati trainers.
E certe sue battute estemporanee, tirate un po' là soprattutto per spiazzare gli interlocutori, non possono non lasciare talvolta perplessi.
Ma indubbiamente è un uomo schietto e leale che crede ciecamente nelle sue idee e nel suo lavoro!
E qui a Terni è esploso col fragore di una bomba, risvegliando un ambiente congelato da oltre 14 anni di "niente" calcistico; e questo con tutto il rispetto per chi è riuscito nonostante tutto ad ottenere buoni risultati (Toscano, Tesser, Breda, Liverani); ma senza per questo aver riacceso gli antichi entusiasmi, se non in rare occasioni (vedi il miracolo dello scorso 18 maggio e l' incredibile promozione del 2012).
Ma quello che colpisce di più è il suo profilo umano, quel suo essere spontaneo e diretto che ha subito colpito l'immaginario dei tifosi rossoverdi, da troppo tempo abituati ad altri condottieri del tutto estraniati dal contesto sociale locale.
E le lacrime di sabato pomeriggio al termine della partita con lo Spezia, pur avendo avuto interpretazioni ondivaghe, lo stanno a dimostrare.
Certamente è ancora troppo presto per poter trarre giudizi definitivi
Ma resta il fatto che questo allenatore e questi giocatori stanno riuscendo in un'impresa che qui a Terni mancava da almeno 45 anni: quella di far divertire (e anche incazzare) gli spettatori con un gioco spregiudicatamente offensivo al limite dell' azzardo.
Non so se queste mie impressioni espresse in maniera quasi "sentimentale" potranno trovare conforto e conferma anche nel prosieguo del campionato, perchè sappiamo tutti perfettamente che il successo di un tecnico e di una squadra è strettamente legato ai risultati ottenuti.
Ma resta il fatto che lo sconquasso che stanno provocando i vari Pochesci, Varone, Montalto, Albadoro & C., tutti i personaggi che nessuno conosceva prima dell'avvento di Unicusano a Terni e che oggi invece si avviano ad entrare sempre più prepotentemente nel cuore dei tifosi rossoverdi, resterà senz'altro sottolineato con la matita rossa e blu nel libro dei ricordi delle nostre gloriose Fere.
Spero ovviamente in senso positivo!
Perché questa è la Ternana di Sandro Pochesci.
Così è se vi pare…
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