Ora le sconfitte sono 4 di fila. 5 nelle ultime 6. Un solo punto conquistato nei 18 a disposizione.
Senza stare a guardare gli avversari la Ternana non riesce a rialzarsi.
E pensare che il primo tempo era stato anche confortante, che il gol del vantaggio di Romagnoli (anzi l’autogol di Brignoli) non era assolutamente lo specchio fedele della partita.
Insomma la Ternana era partita bene, aveva dimostrato di essere squadra, di avere qualità. Di avere un’anima. Ma poi si è letteralmente sciolta. Non c’è stata reazione, se non rabbiosa negli ultimi minuti.
Non si ricorda una parata salvarisultato di Gabriel. La foto di questa partita è lo schema scellerato su punizione (l'ultima della partita) con Bojinov che scivolando cerca di servire Falletti che invece di tirare praticamente lancia un contropiede del Carpi. La foto di questo momento è Avenatti che da leader, anzi da lìder come direbbero i sudamericani, si ritrova essere un bambinone a cui hanno tolto il gioco preferito. La cosa che balza di più agli occhi è che nessuno fra Cozzella e Zadotti sia presente allo stadio, né tantomeno in questo momento difficile.
Ma quello che fa più male è la classifica. Dopo Pescara la Ternana era nel playoff. Ora per la prima volta nella stagione è in piena lotta playout. Hanno vinto praticamente tutte dietro, tranne il Latina. Ci ha scavalcato anche il Cittadella che è andato a vincere a Livorno. Ha pareggiato il Trapani con iL Bologna, ha vinto la Pro Vercelli, ha vinto di nuovo l’Entella. Tutte tranne la Ternana. Che è vero: è a un punto dalla salvezza diretta. Ma il trend è decisamente opposto.
Ora all’orizzonte c’è una partita che vale una stagione, letteralmente. Contro il Cittadella e la Ternana ci arriva nel peggior momento possibile.
In campo hanno deluso in tanti, non tutti. Sembra che ci sia una doppia velocità. C’è chi in campo riesce ad essere lucido, chi vuole dare l’esempio, chi su ogni pallone ci mette dentro tutto quello che ha e c’è invece chi per eccesso di foga sbaglia, non riesce a fare la giocata giusta, cerca di risolvere individualmente.
Avenatti, il nostro bomberone, stavolta sembrava fuori fase, Bojinov fuori giri, Falletti troppo irruento esattamente come Crecco. Vitale troppo alterno. Nessuno imputa la mancanza di voglia: non lo riteniamo possibile in serie B nel 2015.
Ma non si può non rendersi conto che ora è finito il momento di scherzare. Finiti i bonus, finita la pazienza. Sono arrivati i fischi sonorissimi. La prima contestazione vera. Il clima si fa pesante e sarà sempre più dura da qui alla fine. La squadra ha dilapidato un patrimonio, in termini di punti.
Nessuno è senza peccato. Nessuno. Chi scende in campo, chi va in panchina, il settore tecnico, la dirigenza e la proprietà. Si parla tanto di cessione, ma retrocedere non salverebbe nessuno, neanche Longarini che non potrebbe monetizzare nulla. E allora a cosa è convenuto non fare il mercato, a cosa conviene ridurre costantemente i costi, cercare sempre e solo il risparmio.
Si è messo in discussione tutto, perché forse ci si sentiva troppo sicuri. Ma ribadiamo: la responsabilità è di tutti. Una rosa probabilmente sopravvalutata ma che allo stesso tempo non è riuscita a confermare quanto di buono si era visto in tante partite.
In questo momento giusto contestare: ma l’unico modo di salvarsi è rimanere uniti. Per quei pochi intimi che ancora vanno allo stadio. Fischi a fine partita, incitamento durante i novanta minuti. Ogni partita diventa una battaglia decisiva per la permanenza in B.
Chi non ci crede deve tirarsi fuori da solo. Basta chiacchiere, citazioni, virgolette, frasi ad effetto. Deve parlare il campo. E basta. Da quello dell’antistadio al Liberati (o del Tombolato, tanto per capirci).
Avvelenati su ogni pallone. Senza perdere tempo (come è successo oggi) o nel primo o nel secondo tempo. Non c’è più spazio per pensare, bisogna solo vincere. Vincere per recuperare.
La Ternana è nella peggior condizione possibile: ha tutto da perdere. Tutto.
E hanno da perdere tutti: tutti quelli che ora sono alla Ternana. Perché in Lega Pro ci scende la città per prima, ma poi anche i giocatori, anche l’allenatore, anche i dirigenti. Bisogna cominciare a fare un po’ di autocritica: guardarsi indietro. Per non commettere più gli stessi errori.
La città può solo rimanere vicina a questi ragazzi e a questi colori. Non può scendere in campo. Quello tocca a loro. A partire dalla prossima partita: necessario vincere. Senza alternative.
PS cercheremo di andare alle radici di questa crisi, facendo il nostro lavoro. Ognuno di noi ha la sua visione. Da domani cominceremo a chiedervi il vostro punto di vista. Intanto cominciate a pensarci.
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