Dieci partite, una sola vittoria. Gol col contagocce e classifica che si è inevitabilmente intristita. Di pari passo la delusione dei tifosi è diventata contestazione, anche dura come quella andata in scena a Frosinone e che ha generato la reazione via social, a nostro avviso anche scomposta, del presidente Bandecchi.
Due elementi che disegnano inevitabilmente lo stato di crisi della Ternana com’è nella natura del calcio, almeno in Italia. La squadra non vince, i tifosi contestano e si apre la crisi. Qui c’è in più il muro contro muro tra il massimo dirigente e la tifoseria. A cosa porterà è difficile prevederlo. Certo è che è una situazione che non agevola il compito di Andreazzoli chiamato, va la pena ricordarlo, a ridare smalto ad una Ternana che non sapeva più vincere né far gol.
I risultati dicono che rispetto a quel periodo nulla è cambiato. Questa però sarebbe una lettura riduttiva, parziale perché nelle pieghe delle difficoltà palesate dalla squadra qualcosa di diverso si è visto.
Un cambio di mentalità prima di tutto. Perché questa Ternana cerca d’imporre il proprio gioco, manovra palla a terra e produce occasioni. In alcuni casi anche in quantità industriali. Certo concede qualcosa in difesa e fin qui quel qualcosa è sempre stato mirabilmente sfruttato dagli avversari che, viceversa, sono stati troppe volte graziati dai rossoverdi.
La Ternana che sapeva far gol sempre e comunque è scomparsa. Oggi ritroviamo una squadra che spesso sbaglia la scelta finale: assist o tiro e ancora più spesso fatica a inquadrare la porta avversaria. Un problema grosso quindi. Che si somma ad un altro aspetto comparso già nella gestione Lucarelli: il calo fisico nella seconda parte delle partite. Un calo che contro il Como, così come a Frosinone, è coinciso con una sorta di ammaina bandiera che ha regalato spazi e opportunità per i festeggiamenti avversari.
Un quadro che comincia ad essere a tinte fosche, che quasi cancella quei miglioramenti sul piano della manovra che si sono visti anche nei giorni delle sconfitte più brucianti.
Il lavoro per Andreazzoli non manca. Questo è l’unico dato certo. Tanto che oggi l’unico obiettivo credibile è ritrovare la vera Ternana, quella che sa giocare e segnare, che magari concede qualcosa ma sa reagire. Questione mentale? Può darsi. Sta al tecnico e alla società individuare la soluzione perché il problema ormai è chiaro a tutti. E proporre un muro contro muro con la tifoseria di sicuro non agevola il lavoro dell’allenatore sul quale la Ternana ha fatto un investimento anche per il futuro prossimo. Anzi, ne amplifica le difficoltà.
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