Criticare non è demolire

“Non sono Mourinho, e non ho la bacchetta magica, e dispiace vedere che avete demolito una squadra in difficoltà”: così è iniziata la conferenza stampa pre-partita di Benny Carbone, con uno sfogo dopo la brutta partita di Cittadella.

Uno stream of consciousness, per dirla alla Joyce, che probabilmente affonda le sue radici nella delusione di aver visto la sua Ternana giocare una partita davvero troppo brutta per essere vera, dopo che lo stesso Carbone aveva detto di avvertire delle buone sensazioni sulla partita, dopo che si era detto convinto che i suoi ragazzi avrebbero potuto fare molto bene. Si era esposto, l'allenatore rossoverde prima della partita del Tombolato, aveva caricato squadra e ambiente, aveva detto di essere pieno di entusiasmo e, anche se aveva chiesto tempo a tutti, si era dimostrato forte delle sue convinzioni, e con buona probabilità vedere cadere le sue sensazioni positive non è stato piacevole nemmeno per lui. Una squadra costruita negli ultimi giorni di mercato, non tutti i giocatori nel pieno della condizione, infortuni e assenze che hanno pesato, mai un test amichevole per provare una squadra nuova, il cambio in panchina ad agosto, di questo ha parlato Carbone, ma di questo avevamo parlato tutti già prima dell'esordio, non adducendole come scusanti, come nemmeno il tecnico ha fatto, ma dicendo soltanto “attenzione, questi fattori pesano eccome sull'inizio di un campionato”.

Poi l'ammissione di aver giocato una partita davvero molto brutta, anche perchè negarlo era impossibile, la prestazione deludente è sotto gli occhi di tutti e sarebbe stato inutile e dannoso, da parte di tutti quelli che gravitano intorno alla Ternana, cercare di nasconderlo o di sminuire l'accaduto: l'uscita a vuoto di Cittadella va presa per quella che è, ovvero la prima di campionato che ha messo in luce quello che assolutamente dobbiamo cercare di non far accadere più, se vogliamo rimanere tranquilli. Fin qui, quindi, tutti d'accordo.

Quello che, però, non ci trova concordi con Carbone è la sua accusa di aver massacrato la squadra, di essersi accaniti contro giocatori ancora non in forma, che non hanno trovato la condizione, di non aver capito che chi siede in panchina non ha la bacchetta magica. Con tutta sincerità, nessuno ha voluto gettare la croce sopra a un giocatore, o dare la Ternana già per retrocessa dopo la prima partita stagionale, e nemmeno si è mai creduto che un allenatore sia un mago che aggiusta tutto in un attimo. Dopo la sconfitta al Tombolato, semplicemente si è cercato di fare un'analisi lucida di quanto non ha funzionato in campo, si sono sollevati dei dubbi circa alcune scelte, e si è auspicato che, già dalla prossima partita, si possa migliorare sotto il punto di vista del gioco e della sua fluidità. Tanto più che quelle appena elencate sono state questioni affrontate anche da Carbone stesso che, per sua stessa ammissione, non cerca scuse né scusanti.

Comprendiamo bene lo stato d'animo dell'allenatore, lo capiamo perchè sappiamo quanto può bruciare una delusione quando una cosa ti sta a cuore, abbiamo conosciuto il lato più “passionale” di Carbone, e sappiamo che nel calcio serve eccome. Da parte nostra possiamo serenamente affermare che non c'è mai stata la volontà di affossare la squadra, o di prendere di mira qualcuno o qualcun altro, noi tutti come lei sappiamo che quando le cose non vanno bisogna stringere i denti ed andare avanti, ed è quello che faremo, sempre, anche muovendo critiche, anche esprimendo perplessità e sottolineando quello che non va.