Déjà vu
Avvocato generalista e giornalista pubblicista dal 1984, segue la Ternana dal 1976 ed è stato il primo radiocronista ternano. Conduce su Nuova TeleTerni “La Finestra” ed è ospite a “Teste di Calcio”; ospite anche a Umbria TV.
Credo che tutti sappiano, più o meno, cosa significhi il termine "déjà vu".
Per farla breve e a beneficio di quanti non abbiano bene in mente cosa vuol dire quel virgolettato, tradurrò il francesismo di cui sopra in un più italiano e comprensibile "già visto".
E questo senza stare a scomodare i tanti illustri studiosi del cervello umano, sempre pronti a spiegarci che il termine in questione sta a rappresentare un' esperienza vissuta probabilmente in una vita precedente che si ripropone in quella attuale.
Di sicuro qui non si parla di esperienze vissute in vite precedenti, ma di situazioni sperimentate in campionati appena trascorsi… chissà?
In effetti, ad un inizio promettente, vissuto all' insegna della piacevole sorpresa, del "tutti uniti", della squadra granitica, compatta e tutta grinta, dell' afflato simbiotico "allenatore-giocatori-pubblico", ora sta seguendo tutto un campionario di scelleratezze al limite dell' incomprensibile…che quasi-quasi sembra essere tutto fin troppo comprensibile.
Come giudicare diversamente il clamoroso errore di Brignoli (recidivo) in occasione del primo gol dell' Entella? Come inquadrare l'ennesimo gol beccato con i giocatori della difesa intenti a giocare alle belle statuine? Come interpretare il raptus suicida di Masi in occasione della partita col Trapani o l' uscita incomprensibile di Sala nella partita di Carpi (al di la dell' errore nel quale è incappato nell' occasione l'arbitro)?
E come mai – ora – la squadra si scioglie come neve al sole al primo intoppo? E perchè la reazione è praticamente sterile o quasi? Solo errori dei singoli? Cose che capitano? Allora, se questa è la corretta interpretazione del deprimente comportamento attuale della Ternana, l' assioma paradigmatico che emerge ineludibilmente dall' analisi della situazione attuale è il seguente: questa è una squadra SCARSA, fatta di giocatori inadeguati alla categoria, costruita malissimo e rifinita peggio e che farà una fatica maledetta ad evitare addirittura la retrocessione diretta. Punto.
Oppure vogliamo ancora parlare di sfortuna? Di arbitraggi sfavorevoli? Di rosa falcidiata dagli infortuni? Di situazione destinata a comunque a cambiare? A migliorare? Magari a gennaio? Io non sono abituato a credere nelle favole e, sinceramente, penso che valga la stessa cosa per tutti i tifosi in buona fede delle Fere… tant'è che la costante, inarrestabile emorragia di presenze allo stadio sta a confermare pienamente questa impressione.
Il fatto è che ci troviamo di fronte ad una società da sempre colpevolmente assente, fondata su due soli dirigenti dai comportamenti quanto meno inintellegibili (eufemismo) con un "patron" ectoplasmatico che, a distanza di 10 anni, non si capisce ancora il perchè abbia deciso di "investire" (o "scialacquare"?) parte del proprio cospicuo patrimonio in una squadra/società di calcio (ma proprio qui a Terni?) e i cui reconditi intenti non sono comprensibili da noi comuni mortali.
Nel contempo, ci troviamo davanti una squadra oggettivamente debole (anche nei numeri della rosa), emotivamente fragile, smarrita, a tratti isterica e – finalmente! – non del tutto "coesa", almeno per quello che si intuisce, al di la delle ovvie dichiarazioni di facciata.
Nel mezzo c'è invece un bravo allenatore e, soprattutto, una brava persona, i cui educatissimi silenzi sono invece più deflagranti di un fragorosissimo tuono! Ma insomma: c'è qualcuno che crede veramente che Tesser sia contento della squadra che gli è stata così "generosamente" allestita…? A me non interessa minimamente se qualcuno, leggendo queste mie sciocche riflessioni di vecchio tifoso (che ne ha viste e sopportate tante…Appunto!), mi darà del "gufo" o del "destabilizzatore". Ognuno è libero di pensarla come gli pare. Certo è che io vorrei fermamente che questa mia amata Ternana mantenesse almeno la categoria, ma questa non mi sembra affatto l'aria per restare in Paradiso.
E allora che almeno ci sia un qualcuno che prova a scuotere un ambiente diventato sin troppo amorfo, con spettatori in fuga, curve spaccate, giocatori apparentemente privi di attributi o, nella migliore delle ipotesi, "inadeguati", con una società sempre più "corpo estraneo" nell' occhio di una città che non l' ha mai amata. Si diceva all'inizio (e ora alla fine…) del "déjà vu". E' il caso, dunque, di dare un consiglio finale ad Attilio Tesser:
Mister, se le è possibile eviti di andare a Parigi, o altrove, per le vacanze di Natale o magari pure per il ponte dell'Immacolata: potrebbe essere raggiunto da una telefonatina tutt'altro che gradevole. Sa…questi sono i "sistemi" in uso nel palazzo di Via Aleardi. E non si fidi delle recenti dichiarazioni concilianti dei dirigenti. Hanno fatto così anche con qualcun altro.
A buon intenditor…