Delusione e aspettative: rimboccarsi le maniche
La delusione nel popolo rossoverde è cocente. Ma invece di ragionare con la pancia, bisognerebbe ragionare con la testa. Il paragone con quello che c’era prima è inevitabile, e finora la bilancia non è in equilibrio.
Non lo è per tanti motivi. Intanto perché Andreazzoli ha fatto è vero 4 partite (con questa) ma due settimane di allenamento. Secondo perché entrare in corsa non è mai facile soprattutto perché la squadra è costruita per fare un altro tipo di calcio e quindi, nonostante i giocatori possono essere di qualità, devono entrare in un altro tipo di mentalità.
Terzo perché devono girarti anche gli episodi. La Ternana di Andreazzoli, come tutte le sue squadre, concederà sempre tanto in difesa. La chiave è di sfruttare le proprie. La Ternana oggi – come a Venezia – non è stata fortunata. Lo è stata (e molto) contro il Cagliari. Non nelle altre partite. E non solo per i pali o per le parate di Ghidotti. Ma anche perché deve far salire i giri del motore. Deve creare ancora più occasioni.
E’ vero che ci vuole tempo per mandare a memoria e far diventare automatici certi movimenti (ecco perché ci vuole tempo, Andreazzoli non è un motivatore ma un tattico) ma è anche vero che quel potenziale offensivo che proprio con la scelta di Andreazzoli il presidente aveva voluto liberare del tutto, deve dare di più. Pensare che sia sempre “responsabilità” dell’allenatore è miope. In campo ci vanno i giocatori. Gli allenatori danno dei principi, i giocatori devono metterli in pratica. Le giocate di qualità a cui eravamo abituati dei vari Partipilo, Palumbo e Falletti (tanto per citarne tre) arrivano a singhiozzo. I tiri di Favilli e Pettinari si contano sulle dita di una mano. Qui c’entra poco l’allenatore, obiettivamente. C’entra lo stato di forma, non solo fisica ma anche di testa, dei giocatori. La Ternana ha avuto tante occasioni e ne avrebbe dovute sfruttare. La Ternana avrebbe dovuto crearne di più. La Ternana è chiamata a recitare un altro ruolo in questo campionato di B. Ma non per la classifica. Per il gioco e l’atteggiamento. Altrimenti sembra quasi di sprecare un’opportunità.
E anche Andreazzoli sa che dovrà accelerare il suo processo di ambientamento. E’ stato chiaro anche nelle interviste. Ci vuole pazienza. Ci vuole autocritica, ci vuole anche la consapevolezza da parte della squadra però di poter dare di più. Tutti sotto esame.