Di treni, stazioni e arrivederci
E' un saluto, quello che diamo a questa Ternana che ieri ha svolto il suo ultimo allenamento, è un saluto fatto di rimpianti ma anche di promesse, un po' come quelli che si vedono in stazione, magari al calar del giorno; è un saluto, ma non è un addio.
E' un saluto carico di sogni infranti e di programmi mai mantenuti, fatto di tante delusioni e di qualche gioia, un saluto che diamo ad una stagione che sarebbe dovuta andare in maniera diversa e che invece è stata un po' come l'incompiuta, a un passo dalla cima ma a un passo dal baratro, una stagione che ci ha fatto spesso tremare le gambe e ci ha fatto qualche volta maledire il giorno in cui abbiamo iniziato ad amare il rossoverde.
E' un saluto però fatto di tante promesse, fra cui quella di un amore eterno, viscerale, che travalica i limiti delle categorie, dei risultati, a volte perfino delle prestazioni, un saluto che porta con sè la tacita promessa che la prossima stagione si cercherà di fare meglio, di rialzarsi, di fare di Terni, della Ternana e del suo stadio un cuore pulsante che batte sempre a ritmo dell'emozione.
Quello che lasciamo, al di la di chi rimarrà e di chi chiuderà la sua avventura con le Fere, è l'amarezza di qualcosa che non è arrivato anche se i mezzi sembravano essere quelli giusti, e quello a cui andiamo incontro è un nuovo inizio, senza stravolgimenti, che permette di resettare e di riprovare a sognare.
Proprio come quei saluti in stazione, col treno che parte e tutti che si sentono un po' più vuoti ma sempre con la speranza che, rivedendosi, tutto possa migliorare.