La sesta sconfitta in undici partite, terza della gestione Breda, ha fatto saltare il tappo della contestazione nei
confronti della Ternana. Contestazione esterna, quella legittima dei tifosi che hanno sonoramente
“bastonato” i rossoverdi . Contestazione interna, quella prodotta dal solito comunicato post partita di Simone
Longarini. Toni pesantissimi quelli usati del numero uno rossoverde nei confronti di una squadra che aveva
già recitato il mea culpa, basta riguardarsi le interviste di Mazzoni, durissimo. Insomma, toni da tregenda o
giù di lì a conferma che la proprietà quest’anno è convinta di poter ambire a qualcosa più della salvezza
sofferta delle ultime stagioni. Ci sta tutto, perché dalle altre sedi della serie B ci stanno andando duri. Dopo
le dimissioni di Toscano alla quinta, sono saltate tre panchine alla giornata numero undici. Como, Ascoli e
Latina hanno cambiato guida tecnica, evidentemente convinti che con un altro manico potranno fare molto
meglio. Sarà? La sensazione è che il grande equilibrio prodotto dalla prima fetta di campionato stia
generando un po’ di confusione perché tutti si sentono forti e così ogni risultato negativo genera polemiche
feroci. Occhio quindi a quello che succede intorno alla Ternana che, di suo, deve per forza di cose trovare
una propria identità. Quella che pensavamo avesse acquisito e che invece ha cancellato con una prestazione
pessima contro l’Avellino. Una partita senza contenuti che sembra fatta apposta per disperdere anche quelle
poche certezze che la squadra aveva trovato lungo un percorso ricco di ostacoli sin dall’estate.
Una partita che ha generato più di un interrogativo. La difesa che aveva subito solo tre gol nelle cinque gare
precedenti con Breda ne ha incassati altrettanti in una sola volta. E in ogni gol c’è stato un concorso di colpa
pesante. Ma se la difesa ha fatto acqua l’attacco è andato ancora peggio visto che il primo tiro vero l’ha
scagliato Valjent dopo circa un’ora di gioco. Non pervenuto Avenatti, generoso ma tanto acerbo Gondo,
evanescente Furlan. Il problema vero però per quel che riguarda l’attacco era e resta Avenatti. Perché le
considerazioni positive sulla squadra passano dalle prestazioni del giovane centravanti che fin qui è stato
l’ombra di se stesso, peggio ancora che nel ritorno della passata stagione. Sta male? Meglio farlo riposare
che averlo in campo da spettatore. Soprattutto adesso che è tornato Ceravolo ma anche provando a
responsabilizzare gli altri. E’ arrivato il momento delle scelte, che non saranno definitive ma che dovranno
indirizzare nel verso giusto la stagione della Ternana. Certo, mancano giocatori importanti, Coppola su tutti
soprattutto per il carattere e la personalità che riesce a trasmettere. Ma siamo certi che meglio di quanto ha
fatto sabato la Ternana si può. Anzi si deve. Breda sicuramente lo sa e si comporterà di conseguenza
sostenuto dalla società. Perché questo è il momento in cui non serve trovare il capro espiatorio ma la
soluzione a problemi già noti. Il gruppo era e resta di buon livello a nostro avviso, anche con alternative
interessanti. Deve dimostrare sul campo, con continuità, di essere tale. Perché si possono perdere le partite
ma non come contro l’Avellino, entrando in campo con l’atteggiamento di chi si prepara ad una scampagnata
e non a una
capirlo.
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