Dopo san Valentino la Ternana “tradisce”

Dopo san Valentino la Ternana “tradisce”

Giovanni Corradini centrocampista Ternana - Foto Ternana Calcio

Nell’immediato post partita ti viene soltanto di dare delle grandi testate al muro. La Ternana ha obiettivamente mancato un’opportunità decisamente ghiotta. Nel pomeriggio l’Entella aveva frenato, i rossoverdi giocavano contro una squadra che erano 105 giorni che non vinceva una partita. Cambio di allenatore e rivoluzione sul mercato: ma è proprio questo che ha regalato nuova linga al Campobasso e che ha condannato la Ternana.

Ma al di là dei meriti degli avversari che hanno fatto una grande partita, di concentrazione, applicazione e qualità, è la Ternana che deve leccarsi le ferite. E’ la Ternana che deve rammaricarsi per quello che non è riuscita a fare. Non solo per aver buttato via l’opportunità di mettersi ancora di più alle spalle dell’Entella.

E’ una grande occasione sprecata: non solo. Oggi la Ternana anche se le dovesse vincere tutte non sarebbe più promossa. Quindi non è più protagonista del proprio destino. Nessuno pensava che le avrebbe potute vincere tutte: semplicemente ne avrebbe dovuto vincere una in più dell’Entella. Non è un’impresa titanica: ora però si è complicata. Ora le partite sono due, di fatto, di distanza.

Ed è un grande peccato. Perché le intenzioni c’erano tutte. C’erano Cicerelli e Brignola contemporaneamente in campo. Alla fine si è chiuso praticamente con tutti gli attaccanti dentro (oltre a Cicerelli e Cianci anche Curcio, Donnarumma e Millico). Ma non è bastato. Perché serviva un ritmo diverso, non soltanto la convinzione. E se la Ternana non può certo sempre giocare a 100 all’ora, sicuramente eravamo abituati a vedere (nelle occasioni in cui era andata sotto finora) una reazione veemente. Sia di rabbia che di velocità. E questo invece stasera non è successo. La squadra ha continuato ad avere lo stesso passo, sempre appoggiata prioritariamente su Cicerelli che ha fatto quello che ha potuto, stavolta senza miracolo. L’unico che davvero ha
provato a mettere un po’ di sale nella gara è stato Millico, l’ultimo ad entrare.

Poco serviti gli attaccanti (prima il solo Cianci, poi anche Donnarumma), poca inventiva da parte degli altri uomini offensivi (Brignola, Curcio, Casasola), poca iniziativa anche da parte dei mediani, che stavolta non sono riusciti a fare la differenza. E parliamo solo della fase offensiva perché nonostante una buona vivacità il Campobasso ha fatto gol da sviluppi di calcio d’angolo. Non è stata una Ternana disequilibrata, non è arrivata la sconfitta perché la squadra è sfaldata o non ha fatto una buona prova come era successo a Pineto. Ma è stata monotona, suonando sempre lo stesso spartito. Per parafrasare un successo di Sanremo “Voleva essere una dura”, ma non c’è riuscita. Non è riuscita a cambiare passo. “Tradita”, probabilmente, dai suoi uomini più in vista: quelli che non sono riusciti ad accendere la miccia.

Il problema non è che era obbligatorio vincere contro il Campobasso. Non è obbligatorio vincere contro nessuno. Oppure contro tutti, se sei la Ternana. Di sicuro il cammino del Campobasso era da horror: ma avevano bisogno di una svolta e l’hanno ottenuta.
La Ternana invece non è riuscita ad imporre la propria qualità e la propria personalità. E questo fa male. Da un potenziale -1 a un reale -4.
Però ora, una volta sfogati, amareggiati, incazzati è necessario essere lucidi.

Mancano 11 partite da qui alla fine. E saranno 11 battaglie. Ci saranno alcune partite che sulla carta saranno terribili a cominciare delle prossime due, contro l’Ascoli e Torres. In queste 11 partite poi ci sarà ancora il derby, la Spal e ovviamente lo scontro diretto con l’Entella.

La Ternana ora ha un margine di errore ristrettissimo. Deve recuperare 4 punti alla prima in classifica. Ma c’è anche lo scontro diretto da giocarsi (che è un’arma a doppio taglio, ma è pur sempre un’opportunità).

11 partite sono 33 punti: tantissimi. E non bisogna perdere di vista l’obiettivo finale: il primo posto. Bisogna rimettersi subito in carreggiata, smaltire l’amarezza, lavorare su quello che non ha funzionate e tornare più incazzati di prima.
Oggi è stato un brutto passo falso. Ma il campionato non è certo finito a san Valentino…