A luglio pensavamo un po’ tutti che sarebbe andata a finire così. Più o meno. Poi l’inizio interessante e qualche buon risultato hanno alimentato strada facendo la speranza di non dover soffrire fino alla fine per agguantare la salvezza. Ora che invece il traguardo è vicino sbattiamo tutti la faccia contro una realtà che sta diventando ancora più complessa del previsto. Perché la Ternana non è stata in grado di riproporre il rendimento dell’andata. A due partite dalla fine è sotto di cinque punti rispetto ai 25 ottenuti nel girone ascendente chiuso dalla sconfitta di Varese. Quindi la squadra può far meglio, di pochissimo o, più verosimilmente, farà peggio, speriamo di pochissimo. Dipenderà tutto dalla partita di Modena. Un risultato positivo alimenterebbe la speranza di salvezza senza passare per i play out. In caso contrario ci sarà l’extra time. In tutti e due i casi però la lezione è chiarissima. Non si può giocare in serie B spendendo meno di quanto investe una normale società di Lega Pro senza avere la consapevolezza che sarà una stagione a rischio. Ma per spendere poco e ottenere risultati occorrono prima di tutto una formidabile organizzazione quindi una unità d’intenti a prova di bomba. Qualità che in questa Ternana sono pressoché sconosciute. Tant’è che si è arrivati alla fine con il diesse Cozzella che esce infuriato dallo stadio e l’allenatore che, stuzzicato, ammettere di aver vissuto una stagione in perfetta solitudine. Lui, il suo staff, la squadra. Insomma, situazioni che tornano dopo l’idilliaca stagione della promozione quando si è pensato più a fare la squadra che a lanciare giovani. Un mix che è difficile confezionare anche per società ben più strutturate ed esperte di quella rossoverde. La Ternana per due anni di fila ha puntato sui giovani e si è ritrovata a correre rischi seri. Nel primo caso se l’è cavata. Quest’anno deve tirare fuori anche l’ultima energia per farcela. Ma può riuscire nell’impresa a condizione che si ricrei l’ambiente migliore, che intorno alla squadra si possa respirare fiducia totale. Che qualche giocatore non si senta “dimenticato” perché ha giocato meno di altri ma piuttosto ripensi alle prestazioni deludenti fornite e cerchi sul campo di convincere il tecnico piuttosto che lamentarsi con qualche amico di giornata. Per salvare le penne è indispensabile l’apporto di tutti, nessuno escluso. Poi si dia il via finalmente ad una verifica seria. Col “patron” a tirare le fila nel caso in cui non fosse riuscito a vendere la Ternana. Un ultima preghiera. Dovesse restare in sella questa società, per favore basta col ricordare ogni giorno che Longarini vuole vendere. Questo ormai è ben chiaro a tutti. Ma adesso meglio pensare al Modena perché nemmeno il “patron” ha voglia di retrocedere. Tutt’altro.
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