Entella, Livorno, Trapani, Carpi e Cittadella. Buona parte della salvezza della Ternana passa proprio da questo filotto di partite che, nel girone di andata, segnarono il momento più difficile della squadra e della panchina di Attilio Tesser. Dopo il pareggio casalingo per 2-2 contro l’Avellino, infatti, i rossoverdi erano agganciati alla zona play off con 10 punti e, dopo il rinvio della gara di Chiavari, subirono in casa una durissima lezione dal Livorno (0-4), perdendo poi malamente anche con il Trapani al Liberati (2-1) e a Carpi (3-1) prima di strappare un misero un punto interno con il Cittadella (1-1) e cadere di nuovo nel recupero contro la Virtus Entella (2-1). Un solo punto in cinque giornate che spinsero la Ternana in piena zona play out, con due sole lunghezze di vantaggio sul Latina ultimo. Un girone più tardi la situazione è molto diversa anche se la classifica mette la squadra di Tesser, oggi come alla vigilia della partita di andata contro i liguri, nel gruppo delle squadre che inseguono da vicino la zona play off a distanza di relativa sicurezza dalla lotta per non retrocedere. In questo girone di ritorno i rossoverdi hanno messo insieme 11 punti, uno in più di quanto fatto nelle prime sette partite d’andata, e vedono distante “soltanto” 14 lunghezze quota 50, la soglia che statisticamente dovrebbe significare salvezza certa. Nel girone di andata, nonostante il solo pareggio contro il Cittadella messo insieme nel miniciclo che si apre martedì con l’Entella, alla fine le Fere raggiunsero quota 25, ossia in piena media salvezza. Logico allora che migliorare il rendimento nelle prossime cinque partite rispetto a quanto fatto all’andata (e non dovrebbe essere troppo difficile, scongiuri a parte) significherebbe aumentare in modo proporzionale le possibilità di conquistare una salvezza che ad oggi non può che restare l’obbiettivo di una squadra che non è mai stata davvero in grado di trovare continuità di risultati, che alterna un rendimento da promozione fuori casa (20 punti su 36, solo Bologna, Carpi e Pescara hanno fatto meglio) ma che al Liberati viaggia con un ritmo da retrocessione diretta (peggiore della cadetteria, al pari con il Cittadella) e che ha fallito tutti gli esami di maturità in quelle partite che potevano segnare la svolta e alzare l’asticella delle ambizioni.
Si comincia con l’Entella, allora. Scontro che più diretto non si può visto che i liguri oggi occupano insieme al Modena la zona play out, con sei punti in meno dei rossoverdi. Ad Avellino, contro una squadra che nutre ambizioni da serie A, la Ternana è tornata quella vista in formato da trasferta, concentrata, aggressiva e solida, lontana parente della squadra balbettante e insicura che otto giorni fa sul prato del Liberati ha rianimato il Latina come aveva già perso in precedenza con Bologna, Livorno, Trapani, Lanciano e Vicenza. I motivi di questa sindrome bipolare sono ancora sconosciuti e Tesser per primo non sembra riuscire a venire a capo di un rompicapo che sta rendendo la stagione della Ternana più tribolata di quanto non sarebbe logico aspettarsi visto il rendimento esterno e l’autorità con cui, nelle ultime due trasferte, si è giocato alla pari contro Bologna e Avellino, rispettivamente seconda e terza in classifica. Se è una questione di motivazioni a trasformare in questo modo la Ternana da una settimana all’altra, allora la partita di domani è perfetta. Basta guardare la classifica.
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