Ecco perché la Ternana è partita male…
La rosa della Ternana è di livello medio-alto, presumibilmente da parte sinistra della classifica, ma è stata allestita in ritardo e quindi la squadra è destinata a pagare dazio nella fase iniziale della stagione. Questa la valutazione, pressoché unanime, dello spessore tecnico dell’organico rossoverde e delle sue prospettive alla vigilia dell’inizio del campionato. E (purtroppo) le preoccupazioni legate ad un mercato iniziato soltanto il 4 agosto (col prolungamento contrattuale di Janse e con l’ingaggio di Furlan) e quindi con tutti i volti nuovi (tranne il tornante ex Bassano) aggregati al gruppo dopo la fine del ritiro di Norcia si rivelano fondate. Il gap legato ad una condizione atletica inevitabilmente precaria appare evidente nella gara inaugurale di Trapani, persa con un secco 3-0 che non ammette repliche. Poi arriva la bella reazione che frutta il pareggio casalingo (conquistato a tempo scaduto ma strameritato) contro il Cagliari "grandi firme". L’ottimismo derivante da una partita condotta alla grande viene spazzato via dalla sconfitta rimediata a Modena in zona Cesarini, dopo una prestazione appena sufficiente ma che sarebbe andata in archivio senza eccessive recriminazioni se il match fosse terminato sul risultato più giusto, ossia sul pareggio a reti bianche. Dopo appena 3 giorni arriva al “Liberati” il Livorno (capolista a punteggio pieno) e l’uno-due delle Fere nella prima mezzora, targato Gonzalez Hernandez e Belloni, sembra rappresentare il punto di svolta in positivo per una Ternana ancora alla ricerca della propria identità. E invece la compagine amaranto ribalta il risultato nel finale, infliggendo a quella rossoverde il primo ko casalingo. Subito dopo in rapida successione le dimissioni di mister Toscano, la sfortunata battuta di arresto di Salerno (con Avincola, tecnico della Primavera, in panchina) e l’approdo a Terni di mister Breda (lunedì 28 ottobre). Da quel momento (esattamente un mese) trascorre un mese. Un mese senza pareggi, con 3 vittorie (in casa contro Novara e Bari e in trasferta a Latina) e 2 sconfitte (a La Spezia e tra le mura amiche contro il Perugia). Il bilancio del tecnico veneto (9 punti conquistati in 5 gare) è più che dignitoso, ma nel “sentire collettivo” la batosta-derby rimane una presenza ingombrante. E dolorosa. Anche se le Fere avrebbero meritato di pareggiare un incontro giocato a tratti meglio della formazione avversaria. Anche se la sconfitta scaturisce da un rigore inesistente (il contatto, impercettibile e involontario, tra Masi e Ardemagni avrebbe forse legittimato l’assegnazione di un penalty “fiscale”, ma la precedente trattenuta del centravanti biancorosso sul braccio destro del difensore rossoverde sconfessa in pieno la scelta di Maresca). Certo, Mazzoni e compagni si riscattano con la splendida affermazione di Latina, tra l’altro ottenuta in una situazione di piena emergenza per l’assenza dello squalificato Busellato e degli infortunati Coppola, Signorelli, Grossi e Ceravolo. E adesso arriva il temibile Avellino di mister Tesser. E il ritorno di Busellato dopo lo stop disciplinare viene controbilanciato in negativo dal forfait di Zampa. Insomma, anche ammesso che Ceravolo possa recuperare per la panchina il centrocampo rossoverde è ancora ridotto ai minimi termini. E questo autorizza una ragionevole dose di sana preoccupazione. Anche perché fare punti contro l’insidioso Avellino degli ex Gavazzi e Zito appare imprescindibile per cominciare a risalire la china.