Può un errore arbitrale, per quanto grave, cancellare tutto. Tutto. Tutto quello che di buono e di meno buono si è visto nella partita contro il Frosinone? Si, può.
Lucarelli – incazzatissimo – non ha voluto parlare d’altro che dell’arbitro, non soltanto del rigore, ma proprio della condotta. Bandecchi – se possibile più incazzato di Lucarelli – si è scagliato letteralmente contro l’operato arbitrale e il rigore nello specifico.
Ora se fosse rigore o meno ne potremmo discutere (non fra di noi, ovvio!) per mesi. Per noi – giusto per sgombrare il campo da equivoci – Partipilo rimane fermo e l’avversario gli va a sbattere contro. Esistendo il principio dell’impenetrabilità dei corpi, è inevitabile ci sia contatto. Ma Partipilo non cerca il contrasto, anzi fa quasi per scansarsi. Per tutti i tifosi del Frosinone è un rigore sacrosanto (provate a vederlo dall’altra prospettiva). Per dirigenti della classe arbitrale è un’interpretazione del campo.
Facciamo un passo indietro: interpretazione dal campo di chi? Del signor Ivan Robilotta di Sala Consilina che era stato dismesso qualche tempo fa “per motivate ragioni tecniche” ma che era stato anche sospeso rimanendo invischiato nella vicenda dei “rimborsi gonfiati” e che recentemente (il 18 marzo) è stato reintegrato (insieme a suo fratello Manuel, assistente) tanto da aver arbitrato due gare di B. La prima il 6 aprile: Cittadella-Perugia che ha avuto una coda polemica tanto quanto questa. Con un rigore piuttosto evidente non fischiato in favore del Perugia proprio nei minuti finali della gara. Anche in quel caso non ci fu intervento del VAR e tecnicamente (a differenza della partita di Terni) sarebbe potuto intervenire. Diciamo anche sarebbe dovuto intervenire. Insomma Robilotta non è in grandissima forma. E di sicuro avrebbe bisogno di un supporto migliore.
Ma a proposito di livornesi, vi ricordate Ceccherini di Livorno? Ancora oggi si parla di un contatto/scontro fra Ronaldo e Iuliano in uno Juventus-Inter che valeva per il campionato. Allora naturalmente non c’era VAR e l’Italia si divise. Ceccherini non fischiò rigore. Tutti gli interisti (e non solo) oggi sono convinti che invece lo fosse. Tutti gli juventini (e non solo) oggi sono ancora convinti che ha fatto bene a non fischiare. E dopo 25 anni ancora se ne parla…
Se ne parla perché quella partita valeva un titolo, perché si ritornava al dualismo fra l’Inter Morattiana e la Juventus di Moggi. E la “violenza” verbale era anche giustificata, seppur stiamo parlando di un “semplice” gioco.
Ora la Ternana si arrabbia tantissimo per un torto. Che vale una stagione, ma fino a un certo punto. Che l’impresa fosse impossibile lo sapevamo tutti.
La Ternana avrebbe dovuto vincere 4 partite contro squadre che le erano davanti in classifica quando non c’era mai riuscita prima d’ora. Avrebbe dovuto fare un filotto che non aveva mai fatto. Non si discute che non sia un torto, ma sbollita la rabbia bisognerebbe ricondurre quell’errore in un contesto più ampio.
Anche ieri la Ternana ha subito 4 gol. Con i “soliti” problemi in difesa, che ha subito tantissimo, soprattutto in relazione a quanto concesso. Nonostante il 352 che aveva dato garanzie da questo punto di vista, comunque la Ternana non è riuscita a portare a casa il risultato nonostante sia riuscita a passare in vantaggio rimontando pure. E riuscendo sempre a mettere la testa avanti.
Se la Ternana ieri ha pareggiato sicuramente c’è anche lo zampino arbitrale. Come anche in altre occasioni. Ma poi – per capire bene dove andare a migliorare una squadra già valida – bisogna fare altre considerazioni. Altrimenti si rischia di trovare solo alibi: e questo sarebbe il più grande degli errori.
La Ternana non va ai playoff per colpa di un errore arbitrale. Alla Ternana forse è stato precluso in sogno a causa di un errore arbitrale. Ma i punti che separano la Ternana da Frosinone non dobbiamo trovarli solo nella partita di ieri.
Dobbiamo invece essere assolutamente soddisfatti di quanto la Ternana ha fatto nel girone di ritorno (peraltro senza Falletti…), della produzione offensiva. Meno di quella difensiva, visto che i numeri sono “paurosi”.
E se vogliamo rimanere arrabbiati non facciamolo solo con l’arbitro. Nella prima parte della stagione eravamo tutti contenti se fosse arrivata una salvezza tranquilla. Ora ci incazziamo per un sogno sfumato. Legittimo, giusto. Soprattutto a caldo. Ma poi è necessario riordinare le idee
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