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Fallito un piano, se ne fa un altro. Decisivo anche per Longarini

La speranza era di ribaltare la situazione in due mosse: pareggio col Carpi e vittoria a Cittadella. Salvezza in pugno. Invece la sconfitta col Carpi e il pari di Cittadella hanno lasciato pressoché inalterato il quadro clinico di una Ternana che resta malato da tenere sotto attenta osservazione. Dal Veneto sono arrivati flebili segnali di miglioramento ma non è che contro il Carpi la squadra avesse giocato peggio. La differenza, come sempre, la fa il risultato. Un punto meglio di niente. Avesse ragionato così in passato la Ternana ora sarebbe vicina alla salvezza. Invece ha peso spesso, troppo. Addirittura otto volte in casa e questo fardello la opprime tenendola con la testa sotto il livello dell'acqua. Per tornare a respirare aria pulita deve darsi un colpo di reni importante. Il primo possibile arriva giovedì sera. Battere il Bari: questa è la parola d'ordine, l'obiettivo ineludibile della squadra rossoverde perché soltanto così potrà tornare a vivere con un pizzico di tranquillità in più. In caso contrario non potrà fare altro che sperare nelle disgrazie altrui e su una continuità di rendimento che quest'anno non le è stata mai propria, al pari delle vittorie casalinghe. Però, ironia della sorte, adesso non può fare altro. O vincere in casa dove giocherà cinque volte da qui alla fine e avrà a disposizione scontri diretti utilissimi oltre al fascino del derby. Oppure mettere in fila nove risultati utili consecutivi fatti anche di tanti pareggi e di qualche vittoria. Un anno fa Tesser portò in salvo la squadra proprio con una striscia del genere (allora 12 risultati utili consecutivi). Nel girone d'andata invece con una classifica pressoché identica (11 punti, uno in meno del ritorno) e il pareggio con Cittadella dopo quattro sconfitte consecutive, seppe piazzare colpi importanti a cominciare proprio da quello di Bari. Colpi che la portarono addirittura a strizzare l'occhio ai play off.

Oggi non c'è una ipotesi del genere ma soltanto la necessità di agguantare la salvezza. Un bene irrinunciabile se Longarini vorrà cedere ad altri la società, se i giocatori vorranno avere qualche chance in più di lavoro nella prossima stagione. Perché un dato è certo: la retrocessione farà male a tutti. Alla città per prima. Poi al resto della compagnia. Per questo è lecito aspettarsi ancora più impegno e quel pizzico in più di cattiveria, di aggressività che la Ternana, a fasi alterne, ha già saputo mettere in campo ma che nel ritorno si è visto davvero troppo raramente. Per niente da due mesi a questa parte, salvo qualche lampo che non ha mai scongiurato il temporale.

Massimo Laureti

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