Fere a due facce. E la svolta può essere costruita adesso sul mercato
Iscritto all’Albo dei giornalisti dal 2000, scrive sul Corriere dell’Umbria dal 1997 e collabora dal 2008 con Tele Galileo come ospite fisso, nei programmi Anteprima Sport e Notte Gol.
Prima per rendimento esterno, ultima per rendimento interno. La Ternana a due facce di questo girone di andata vive su (e di) questa incredibile contraddizione. E così costruisce la propria classifica (22 punti all’attivo in 19 gare) soprattutto sul risultati ottenuti in trasferta (ben 15 punti, pari ai due terzi di quelli totali, frutto di 4 vittorie, di 3 pareggi e di altrettante sconfitte) mentre tra le mura amiche raccoglie le briciole (in attesa della odierna sfida casalinga contro il Modena appena 7 punti, scaturiti da una sola vittoria, da 4 pareggi e altrettante sconfitte).
Un caso più unico che raro nell’ultimo decennio a livello di serie B, anche se per ovvi motivi dopo l’introduzione dei 3 punti per la vittoria, che ha ridotto il pareggio a una “mezza sconfitta”, è emersa la tendenza ad accollarsi qualche rischio di più in trasferta e quindi il fattore campo ha perso peso specifico. Però una squadra che ottiene 4 delle 5 vittorie complessive lontano dal proprio campo mentre rimedia 4 delle 7 sconfitte globali di fronte ai propri tifosi rappresenta una anomalia che va in qualche modo interpretata. Nei giorni scorsi Tesser ha indicato negli episodi sfortunati e nelle sviste arbitrali le principali spiegazioni di questo deludente (pallido eufemismo) ruolino di marcia della sua squadra al “Liberati”. Tutto giusto, tutto vero, così come è vero che rispetto alle prestazioni offerte (tranne in occasione della debacle subita contro il Livorno) le Fere avrebbero meritato molto di più.
Ma la pessima media punti al "Liberati" (0,8 a partita) deve necessariamente aprire una riflessione sui pregi e sui difetti di una squadra che dispone di autentiche “eccellenze” (da Brignoli a Viola, da Masi a Ferronetti, da Gavazzi a Eramo, da Avenatti a Ceravolo, da Janse e Bojinov) e di giovani dalle ottime disponibilità (su tutti Crecco e Valjent) ma è carente a livello di rincalzi in qualche ruolo. Adesso la palla passa alla dirigenza, chiamata ad ampliare (sul piano numerico) e a migliorare (su quello qualitativo) una rosa che opportunamente “rivista e corretta” potrebbe regalare grandi soddisfazioni nel girone di ritorno.