Fere, bisogna scendere dall’altalena
Contro la V. Entella le Fere hanno un imperativo: fare bottino pieno, onde dare continuità alla vittoria di Pescara e allontanarsi dalle secche della bassa classifica. Compito difficile (la compagine ligure è reduce da 2 vittorie e 5 pareggi) ma da centrare a tutti i costi. Le Fere sembrano allergiche al pareggio (centrato soltanto contro il Cagliari, alla seconda giornata) e alternano vittorie (4, contro Bari e Novara al “Liberati”, a Latina e a Pescara) e sconfitte (in casa contro Livorno, Perugia e Avellino e fuori contro Trapani, Modena, Salernitana e Spezia). Ecco perché vantano soltanto 13 punti dopo 12 gare (media 1,1 a partita) e una sola lunghezza di vantaggio sul Modena (quint’ultimo a quota 12). Adesso però è il momento di accelerare, se si vuole evitare di vivere col cuore in gola fino alla sosta di gennaio. Il calendario è ostico, in quanto dopo il match di domenica arrivano 3 trasferte terribili (a Crotone, Vercelli e Ascoli) inframmezzate da un solo turno casalingo (contro il Vicenza). Ma da questo primo quarto (abbondante) di campionato emerge una verità inconfutabile: non esistono partite scontate o avversarie facilmente superabili, per cui è possibile vincere o perdere contro chiunque. E spesso la differenza la fanno atteggiamento mentale, grinta, determinazione e furore agonistico. Caratteristiche inspiegabilmente venute meno contro l’Avellino. E il gol a freddo di Mokulu, viziato da un fallo dello centravanti belga su Masi rimasto impunito (e passato pressoché inosservato) non rappresenta una giustificazione valida in tal senso. Per il resto poco o nulla si può addebitare alle Fere. Che però adesso devono assolutamente "scendere dall’altalena”.