Avevamo detto che l’importante era vincere. E vittoria è stata. E questa è la cosa più importante di tutte. Determinante. Sia per il presente che (speriamo) per il futuro. Perché fra qualche settimana si possa dire che la Ternana ha cominciato a carburare.
E’ stata una partita tosta, ben più di quanto dica il risultato. Una partita dai due volti, in cui almeno per la prima mezz’ora, la Ternana ha sofferto e tanto, i ritmi altissimi dell’avversario. Ha barcollato, ha tremato, ha smaltito: sotto i colpi di Canotto e Tutino. Ma ha tenuto, ha resistito, ha parato i colpi: con le unghie e con i denti. Il centrocampo in sofferenza, le punte che non riuscivano a giocare un pallone e così la squadra, schiacciata, sembrava dovesse per forza prendere gol.
Ma dagli spogliatoi (probabilmente complice anche l’uscita per infortunio di Canotto, ma attenzione: non è che il Cosenza non avesse le alternative in panchina eh) è rientrata un’altra Ternana nello spirito. Molto più determinata, molto più precisa, molto più cattiva.
Avevamo “chiesto”, prima di questa partita, che la Ternana doveva essere più cinica. E lo ha fatto. Primo tiro, primo gol, secondo tiro secondo gol. Ma non è solo questo. La Ternana ha preso coraggio. E anche dopo il pareggio su rigore del Cosenza, non si è scomposta.
Potevano rientrare i fantasmi in campo: si poteva addebitare a un fuoco di paglia il gol di Casasola. E invece non è stato affatto uno strappo isolato. Intanto è il terzo dell’argentino sotto la gestione Breda. E poi la Ternana ha avuto la forza e la voglia di continuare ad attaccare. Una mentalità non da ultima in classifica.
Breda si è sgolato a bordo campo, nel primo tempo, per chiedere di scivolare meglio nelle chiusure e di alzare il baricentro. Nel secondo tempo non c’è stato bisogno. Forse lo ha fatto negli spogliatoi.
E infatti la squadra si è trasformata. Chi nel primo tempo era stato sottotono, nel secondo si è ripreso la scena: soprattutto in mezzo al campo, dove la Ternana ha ripreso il comando. Il coraggio dei due difensori centrali di destra e sinistra, le iniziative degli esterni e poi la freddezza di Raimondo.
Avevamo “chiesto” anche pazienza per i ragazzi. Che possono sbagliare ma ti possono anche regalare gioie, incredibili. E allora pazienza se Lucchesi non è stato perfetto sul palo di Tutino, se poi non fa più toccare un pallone a Mazzocchi. Pazienza se Distefano nel primo tempo non trva spunti, se poi si inventa un assist (stavolta sì!) per Raimondo. Pazienza se lo stesso Raimondo non si vede mai i primi 45 minuti se poi ne butta dentro due appena ne ha l’occasione.
Ora che questa vittoria che arriva in un momento delicatissimo non sia ancora un fatto isolato. La Ternana deve prendere coscienza delle sue qualità, che sono tante. E continuare a lavorare a testa bassa sui difetti: è l’unica ricetta che conosciamo.
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