Il presidente Frattini ha fatto sapere che servono altri due giorni per decidere. Per ponderare bene una decisione complessa. E’ sicuramente un atteggiamento “responsabile” da parte del presidente del Collegio di Garanzia del Coni, visto che la materia è decisamente delicata e che coinvolge piazze importanti, Lega di B e Federazione. Visto che arriva innestata in un discorso molto più ampio di grande tensione politica (dello sport) e di cambiamento, con uno sport commissariato (e con un commissario che tecnicamente ha poteri) ma che proprio in virtù di questo ha vissuto un’estate paradossale dove non c’è stato certezza di nulla.
La rabbia della Ternana è pari alla rabbia delle altre contendenti. Le posizioni di chi ha cercato di ridurre il numero delle squadre sono rimaste salde. E’ uno scontro totale e Frattini è chiamato a decidere. Non è certamente facile.
Ma la vera domanda è: dal momento in cui le carte (di tutti) erano a conoscenza di Frattini già da diverso tempo (anche se sono tante) come è possibile che abbia ancora bisogno di controllarle. Qualunque tifoso, soprattutto se avvocato o avvezzo al linguaggio legale, si è fatto un’idea della questione (seppur parziale e comunque colorata dal suo tifo). Non può non essersi fatto un’idea Frattini e i suoi colleghi giudici.
Quindi perché due giorni in più?
E’ evidente che questi due giorni in più lasciano l’amaro in bocca a tutti. Perché se da una parte i benpensanti dicono: meglio che ci pensi bene, qualunque cosa stia facendo, i malpensanti hanno paura di quello che potrebbe succedere in questi due giorni. Quante altre pressioni potrà ricevere Frattini, quante altre considerazioni ulteriori gli faranno fare. Quanto ancora “libero” potrà essere.
Dubitare della statura professionale di Frattini non è possibile. E’ abituato, più che abituato, a gestire situazioni del genere, in virtù della sua esperienza di altissimo livello come politico. Ma il mondo del calcio ci ha abituato a clamorosi ribaltoni (ne è una prova proprio questa estate) che nulla hanno a che fare con la giustizia o con il rispetto delle regole.
Di questo hanno paura i tifosi, tutti i tifosi, in primis quelli della Ternana. Perché in cuor nostro, noi tifosi rossoverdi, ci sentiamo moralmente a posto. Avevamo le carte in regola per il ripescaggio, rispetto agli altri. Ci hanno tolto le regole per il ripescaggio e poi proprio il ripescaggio. Qualsiasi altro esito sarebbe considerata una brutta sconfitta, una mazzata.
E psicologicamente questo è devastante.
Più di così la Ternana non poteva fare. E’ arrivata fino alla fine, fino (praticamente) a fermare il campionato di C e a tenere sotto scacco attraverso i ricorsi la B e la Figc. Ora bisogna far passare ancora 48 ore, se tutto va bene.
Una sola cosa ci sentiremo di proporre, in questi casi. Che Frattini e il Collegio di Garanzia del Coni si prendessero tutto il tempo possibile per prendere la decisione più giusta secondo le loro competenze. Ma come succede per l’elezione del Papa: conclave chiuso, finché non si arriva ad un verdetto chiaro e netto. Così si evitano i brutti pensieri dei tifosi…
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