I nervi di Pisacane e la curva emigrata
Avvocato generalista e giornalista pubblicista dal 1984, segue la Ternana dal 1976 ed è stato il primo radiocronista ternano. Conduce su Nuova TeleTerni “La Finestra” ed è ospite a “Teste di Calcio” e a Umbria Tv nella trasmissione “A tutto campo”
Ad una domenica fin troppo "Rocchi-dipendente" (la mia immarcescibile fede nerazzurra m'indurrebbe a buttare benzina sul fuoco, ma lasciamo perdere… non è questa la sede!), ha fatto seguito un lunedì notte che ci ha riconciliati con il gioco del calcio. Gran bella partita quella del Liberati tra la Ternana e l'Avellino. A parte i primi 30 minuti (di studio?), il match tra le nostre amate Fere e i Lupi dell'Irpinia ha riservato agli spettatori gioco, gol e spettacolo in abbondanza, con due squadre che se le sono date di santa ragione, con un risultato alla fine tutto sommato equo.
Inutile stare a disquisire se il risultato stia o no un po' stretto ai "nostri" – lascio queste dotte valutazioni agli esegeti del calcio -, ma rimane il fatto che si sono affrontate due belle squadre destinate a recitare ruoli importanti nel campionato, sia pure con ambizioni diverse. Semmai, in questa sede, va fatta qualche altra considerazione. Il nervosismo palesato a fine gara dal mio amico Fabio Pisacane in maniera sin troppo eclatante, nonchè l'atteggiamento tutt'altro che conciliante assunto anche dall' altro ex-rossoverde Zito, mi inducono a pensare che la "ruggine" accumulata dai due calciatori nel loro recente trascorso ternano sia stata tutt'altro che smaltita.
E se per Zito ci può essere una parvenza di giustificazione, in considerazione della più che nota "spaccatura" che si era creata nella passata stagione all' interno dello spogliatoio (niente ipocrisia, please: lo sapevano tutti!), per l'ex bandiera della mitica corazzata di Toscano – Pisacane – i motivi del nervosismo sono sicuramente più sottili.
Fabio si è evidentemente ritenuto "vessato" da certe "curiose" decisioni assunte sul suo conto da qualcuno che comanda a Via Aleardi, subito dopo che era riuscito a smaltire i postumi del brutto infortunio che aveva rimediato in campionato.
Il lungo "tira e molla", che alla fine gli è costato il posto in favore di Meccariello, deve averlo tomentato per parecchio tempo e, probabilmente, lo tormenta ancora, tant'è vero che l' eccesso di nervosismo palesato sia nella fase di riscaldamento, che, soprattutto, alla fine della partita, nè è prova lampante ed ineludibile.
Agli esperti in psicologia l'interpretazione dello stato d'animo del giocatore, ma al sottoscritto vada di diritto, invece, una breve difesa di ufficio (non richiesta, per carità!) del giocatore, non fosse altro per lo splendido rapporto di amicizia che avevo al tempo instaurato con lui. Premetto che non sono solito "legarmi" a giocatori e/o allenatori, tanto meno a presidenti (unica eccezione: Alberto Gianni), ma, avendo avuto modo di conoscere in profondità questo giocatore dell'Avellino, non posso far altro in questa sede che esaltarne le eccellenti doti umane, i solidi principi morali, il grandissimo attaccamento alla famiglia, la notevole professionalità e, soprattutto, l'amore viscerale che nutriva per i colori rossoverdi, per i suoi tifosi e per la città di Terni.
Forse, qualcuno più attento dei lettori si ricorderà di quando Pisacane, infortunatosi seriamente nel corso di una partita, rifiutò il cambio e rientrò in campo letteralmente ricoperto di sangue, sputandolo ferocemente su ogni pallone e pilotando la squadra fino alla vittoria finale. Perchè, allora, ci si dimentica così facilmente di certi ricordi, per poi arrivare ad etichettare un' autentica bandiera come un "reprobo", un "traditore", un "sobillatore"?
E soprattutto: chi è stato a pilotare questa autentica campagna diffamataria nei confronti di un giocatore che ha dato tanto alla causa rossoverde, ricevendo, alla fine, solo dolorosi calci negli stinchi? Certo: la sua reazione è stata discutibile, eccessiva e sicuramente poco professionale. Ma bisognerebbe vedere anche quanto qualcun altro ci abbia messo del suo nel provocarlo… tutto ciò premesso e ritenuto, il verdetto di questa Corte non può essere, purtroppo, che di "condanna" per il gesto di Pisacane, in quanto giudicato inopportuno ed eccessivo, ma siano, in ogni caso,concesse al giocatore tutte le attenuanti del caso, sia generiche, in considerazione del suo indubbio spessore morale, che, soprattutto, "specifiche", dati, da un lato, i suoi trascorsi in maglia rossoverde e, dall' altro, il trattamento ricevuto alla fine dalla società rossoverde…o da chi per lei…
E la condanna (lieve) non può essere che la seguente: un autogol nella sfida di ritorno al Partenio! Mi sia consentita, infine, un'ultima considerazione "amarognola". C'era una volta la mitica Curva Est, cuore e anima della tifoseria rossoverde.
Oggi, invece, assistiamo ad una "indigeribile" spaccatura della curva, con conseguente "emigrazione" di una consistente fetta di tifosi della Est in Curva Nord. Non mi interessano le motivazioni di questa scelta: non spetta a me sindacarne le ragioni e, in fondo, poco mi interessano (nè possono o devono interessarmi).
Dico solo che una tifoseria spaccata non è cosa buona. Per la squadra innanzitutto e poi anche per l'immagine degli sportivi Ternani e, in ultima analisi, dell'intera città. E allora: ma che ci vuole a spiegarsi, a chiarirsi, a discuterne pacatamente o anche accesamente (sempre nei limiti, è chiaro…), per poi, magari, arrivare ad un accordo, ad una transazione, ad una "pax populi" che restituisca alle Fere lo splendido, insostituibile cuore pulsante della propria tifoseria?
In fondo, i nostri Padri Latini solevano dire con saggezza…"intelligenti pauca".