I numeri e le ultime prestazioni bocciano la Ternana. Si fa dura se non arriva una reazione immediata

I numeri e le ultime prestazioni bocciano la Ternana. Si fa dura se non arriva una reazione immediata

Sei punti in classifica dopo dieci partite. Un quarto di campionato se n’è andato e la Ternana si ritrova in fondo alla classifica. A lottare con le neopromosse Feralpisalò e Lecco, con quest’ultima che però può contare su tre partite da recuperare al pari del Brescia che di punti ne ha messi insieme 13, più del doppio della Ternana.

Il bilancio della squadra rossoverde è segnato da un pesantissimo segno rosso. Anche tenendo conto dei ritardi generati dal cambio di proprietà, dal budget ridotto, dal calendario impervio nella prima parte. 9 gol segnati, 13 subiti, una sola vittoria nelle ultime sedici partite tenendo conto delle ultime cinque della passata stagione della Coppa Italia a Salerno sono numeri che fanno tremare. Che rappresentano una situazione che sapevamo difficile in avvio di stagione ma che oggi dobbiamo considerare complicatissima.

Numeri e classifica che mettono tutti su un ipotetico banco degli imputati, che impongono riflessioni profonde alla società. In questi casi si valuta la forza dell’organico. E’ adeguato o meno per centrare l’obiettivo salvezza? E’ un organico che vale soltanto i sei punti conquistati fino ad ora? Quali sono gli interventi possibili per cercare d’invertire una tendenza pericolosissima? Perché la squadra col Brescia ha giocato la sua peggiore partita. Mai ha dato la sensazione di poterla vincere essendo stata succube della manovra avversaria sin dall’inizio.

E’ necessario intervenire sul mercato nonostante ci siano giocatori in organico che fin qui non hanno mai messo piede sul prato del Liberati? E via ancora con tante altre domande che di sicuro hanno attraversato la mente del presidente Guida, deluso fin quasi ad apparire affranto, dopo la sfida con i lombardi. Lui è nuovo del calcio e questo approccio di sicuro non ha alimentato l’entusiasmo con cui si è gettato nella mischia.

Ma intorno a lui c’è gente che ha fatto calcio. Da tanti anni come il diesse Capozucca o come il tecnico Lucarelli. Ed è proprio dai suoi più stretti collaboratori che dovranno arrivare sul tavolo del presidente le possibili azioni da intraprendere in questo momento o nelle prossime settimane. Soluzioni che non dovranno essere prese “di pancia” ma valutate e approfondite. Perché ci sono ancora tre quarti di campionato da giocare ma i punti da recuperare in classifica sono già parecchi. Per questo è indispensabile quella svolta che avevamo immaginato potesse arrivare con il Brescia. Così non è stato. Rimandarla ancora a lungo vuol dire rischiare l’osso del collo.