I numeri non riescono a dimostrare sempre tutto, ma difficilmente i numeri mentono.
Il problema della Ternana sono i grandi numeri. 4 partite, 2 punti. 1 solo gol fatto, peraltro da un difensore, a partita quasi finita. La Ternana si è letteralmente piantata. Anche perché questi risultati negativi (o comunque non pienamente positivi) sono arrivati (3 su 4) contro le altre protagoniste annunciate di questa serie C. Se la fine di Novembre doveva dare delle risposte alla proprietà e alla società riguardo alla forza della Ternana… beh queste risposte non sono sicuramente confrontanti.
Due partite in casa e una fuori contro Feralpi Salò, Pordenone e Vicenza è arrivato soltanto un punto. Due se ci aggiungiamo la Triestina (che comunque ci ha fatto soffrire nel secondo tempo). Troppo poco per chi doveva ammazzare il campionato.
Parliamoci chiaro: a noi non piace fare il tiro all’allenatore. Le responsabilità di questo momento nero sono certamente le sue, in condivisione con i giocatori che poi sono gli interpreti in campo della sua filosofia. Le giustificazioni ci sono, è evidente. C’è un inizio di campionato a singhiozzo, i temi giudiziali che hanno tenuto la Ternana (intesa anche come squadra) forse impegnata o comunque non concentrata sul campo. C’è il fatto di giocare molto più spesso degli avversari (inteso come partite ravvicinate). Ci sono gli infortuni che pesano e hanno pesato molto nelle scelte finora dell’allenatore. E’ tutto vero ed è tutto sacrosanto.
Ma c’è sempre un però. Questa squadra è nata per dominare il campionato. E’ nata su precisa indicazione dell’allenatore per non correre rischi da ogni punto di vista. Dopo la figuraccia dello scorso anno, con l’ultimo posto in classifica, la proprietà e la società si sono impegnate per non ripetere l’errore. Non si è badato a spese, sono arrivati fior di giocatori. Su indicazioni dell’allenatore che ha sempre condiviso con grande armonia (e anche determinazione) le sue scelte con la società. Certo tutto è perfettibile ma secondo l’opinione comune la Ternana è sempre stata la favorita della C e soprattutto del suo girone. Ha molte opportunità, molti co-titolari, in tutti i reparti. Anche a centrocampo, zona falcidiata dagli infortuni, dove obiettivamente qualcuno ha dovuto stringere i denti e scendere in campo più del solito.
Questo strapotere tecnico (inteso anche come panchina, ovvero come De Canio: difficilmente un allenatore con la sua esperienza e curriculum allena una società di C), questo strapotere economico (la Ternana ha investito fra cartellini e ingaggi al lordo quasi 10 milioni di euro per questa stagione, certamente di più che per lo scorso anno, proprio per cercare di non correre rischi) ancora in campo non si è visto. Abbiamo visto degli sprazzi di ottima Ternana, ma non c’è ancora la continuità.
E ora si respira un clima di tensione e di pressione visto che i risultati non stanno arrivando. E’ normale che sia così: la Ternana la protagonista della B, condannata a vincere. De Canio sa come gestire una situazione del genere. Ma deve anche tirar fuori la squadra da queste sabbie mobili. I giocatori – tutti – hanno l’esperienza necessaria per sapere cosa dover fare, ritiro compreso.
Non c’è da essere preoccupati: un periodo di flessione ci può stare. Ma ora servono delle risposte immediate dal campo, a partire da martedì. Dopo la sconfitta con il Pordenone ci aspettavamo una Ternana rabbiosa e volenterosa di rimediare alla sconfitta. Ne è uscita sconfitta ancora, invece. Per questo bisogna reagire. Per dare continuità e futuro al progetto
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