Archiviata con successo anche questa stagione tribolata, piena di insidie e di avvenimenti che non hanno fatto altro che creare intorno alla squadra ed alla società una pericolosa indifferenza ed allontanato ulteriormente i tifosi dalla squadra, i dati ufficiali sulle presenze al Liberati lo testimoniano, vogliamo tentare di fare un'analisi che possa aiutare a capire la situazione esistente che appare non certo confortante.
Più volte in questa rubrica abbiamo parlato dei meriti e dei demeriti delle parti in causa, società, calciatori e staff tecnico, per cui è superfluo tornare su quei temi. Riteniamo, invece, necessario un esame di coscienza in ottica futura perchè continuando sulla linea degli ultimi anni la fine del calcio a Terni è pressochè segnata.
C'è da ricreare passione, c'è da riportare gente allo stadio e da far tornare tra gli sportivi “ la Ternana “ come argomento di discussione. Non si può più sopportare di sentirsi domandare, e a chi scrive queste righe capita molto spesso, “ ancora segui la Ternana? “ ed altre domande di questo tenore come se fosse un disonore avere a cuore le vicende della squadra della propria città. E' vero, non si può dar peso a tali considerazioni evidentemente fatte da persone che non hanno altri argomenti da trattare, ma è pur vero che testimoniano il forte distacco della piazza dalla squadra. E si badi bene, di una squadra che milita non in un campionato dilettanti ma in uno importante come quello di serie B.
E l'unica medicina possibile è quella di sperare che la società sia animata da buone intenzioni e che, stufa di depauperare risorse importanti ogni anno senza ottenere soddisfazioni, decida di programmare una stagione che ricalchi senza atteggiamenti contraddittori quelli che sono i principi naturali che devono animare una società di calcio. Una società sui generis, ben differente da tutte le altre proprio per le sue caratteristiche e per le sue peculiarità dove gli equilibri sono spesso determinanti e dove un rapporto di serena convivenza del binomio società/ tifosi diventa imprescindibile per l'ottenimento di risultati appaganti sul piano delle soddisfazioni.
Riteniamo che si debba accantonare l'improvvisazione ed iniziare, visto che c'è da sfruttare anche il vantaggio regalato dall'anticipata salvezza, a programmare e a porre le basi per la prossima stagione agonistica. A dire il vero, oggi come oggi, diversi sono gli scenari che potrebbero presentarsi ma non sarebbe giusto anticiparli in mancanza di comunicazioni ufficiali dal quartier generale di Longarini. Ed allora l'invito alla famiglia, al patron di uscire allo scoperto e tornare a comunicare con la piazza ternana è la prima sollecitazione che ci sentiamo di fare. Essere all'oscuro di tutto, politica societaria e programmi futuri, non avvicina ma allontana ulteriormente anche quella parte di zoccolo duro del tifo che ancora segue con passione le vicende rossoverdi. Nel mese di luglio dello scorso anno Simone Longarini ha potuto constatare personalmente quanto sia facile ridestare l'interesse per i colori rossoverdi, ma anche come sia altrettanto facile perderlo. Insomma, la passione non è una cambiale in bianco.
Che si inizi, allora, a programmare la stagione, che si dia mandato ad un direttore sportivo di provata esperienza di costruire la squadra insieme a colui che, poi, sarà scelto come allenatore, e a stringere i tempi per evitare che calciatori importanti ( Ceravolo, Vitale, ecc.) possano cambiare aria con gravi riflessi anche sul piano economico.
Tutto, però, in sintonia con l'ambiente e questo non significa che lo stesso debba influenzare le scelte societarie, ma comunicare e poi ancora comunicare con la piazza che vuole sentirsi partecipe in prima persona delle vicissitudini della propria squadra del cuore.
E' innegabile che il distacco esistente da parte del tifo rossoverde sia abissale, basta guardare quello che succede ad Ascoli, a Salerno, a Vicenza con squadre che ancora lottano per la salvezza per rendersene conto, ed è per questo che riteniamo sia utile un esame di coscienza anche da parte della tifoseria, di quella parte che diserta sempre di più lo stadio e frequenta sempre di più i social network sui quali affoga la propria passione con il protagonismo, con le sentenze superficiali ed affrettate oltre che irrispettose.
E' lo stadio che deve tornare ad essere quel luogo aggregante che è stato fino a qualche anno fa e può tornare ad esserlo solo con la compattezza: non giovano le divisioni, il clima conflittuale, l'intolleranza, l'esagerata ed esasperata critica che affossano, invece, quella passione che Terni ed i ternani hanno mostrato verso la propria squadra del cuore anche nei momenti più bui della storia calcistica della società rossoverde.
In conclusione, quella della Ternana di oggi è una storia che ricorda quella del cane che si morde la coda in quanto solo con una programmazione ottimale da parte della società che deve essere molto più aperta anche nei rapporti con la città, con la stampa magari concedendo anche qualche intervista come avviene in tutte le società di calcio nel mondo, porterebbe ad un'apertura di credito da parte della tifoseria che a sua volta, però, dovrebbe essere disponibile ad accantonare pregiudizi verso l'attuale gestione della famiglia Longarini.
Del resto non ci sembra che in via Aleardi ci sia la fila per acquisire il pacchetto azionario della Ternana Calcio.
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