Secondo giurisprudenza consolidata, tre indizi fanno una prova quando sono GRAVI (ovvero quando sono dotati di un'elevata persuasività e riescono a resistere ad eventuali obiezioni), PRECISI (quando non sono suscettibili di diverse interpretazioni) e CONCORDANTI (nel senso che devono esservi più indizi che confluiscono nella stessa direzione).
Orbene, esaminando quella partita di calcio del 13 luglio u.s., non vi è ombra di dubbio che, nel caso in esame, ci si trovi di fronte a tre indizi che costituiscono una prova schiacciante in ordine alla perfetta perpetrazione del delitto di "calcidio".
Il primo indizio è costituito dell'arbitraggio semplicemente "scandaloso" di un direttore di gara del quale non voglio nemmeno ricordare il nome ; un arbitraggio tale da far impallidire le peggiori direzioni di gara nelle quali è incappata una certa società negli ultimi 30 anni.
Da Cinciripini, a Gregoroni, da Farina a De Santis, fino a giungere all' "internazionale" Maresca.
E, per non incorrere in qualche reato previsto dal Codice Penale, il discorso sull' arbitro finisce qui.
Il secondo indizio poggia su tre elementi probanti: il primo è costituito dalla grande importanza geografica e dal bacino di utenza della città che ha ospitato incontro in questione, perché un conto è parlare di una modesta cittadina di provincia di poco più di 100 mila abitanti e della quale ci si ricorda soltanto per la perenne crisi di una certa industria, di una incomparabile bellezza naturale e di un Santo famoso in tutto il mondo, scambiandone addirittura spesso la targa automobilistica per quella di altre città, un altro conto è parlare di una bellissima città di quasi 350.000 abitanti ricca di storia di tradizioni, di cultura e di folklore e con un hinterland arriva quasi a toccare un milionetrecentomila residenti.
Il secondo è costituito dalla nobilissima tradizione di una società che ha onorato ripetutamente e ad altissimo livello il mondo del calcio italiano, dotata tra l'altro di uno stadio non a caso definito il più bello d'Italia sotto il profilo architettonico.
Il terzo, infine, rappresentato dalla prestigiosa famiglia imprenditori che gestisce le sorti del club, una vera potenza che già moltissimo lustro ha dato alla macchina del football nazionale e molto di più ne darà in futuro
Il terzo indizio, che peraltro non è sfuggito agli occhi più attenti e che si riallaccia all'indizio precedente, è costituito dalla presenza sulla divisa dei calciatori locali di uno sponsor che, non a caso, opera nel mondo delle telecomunicazioni.
Quindi – "absit iniuria verbis" – è facile dedurre che ci sia più interesse a vendere le immagini di una città e di una squadra di calcio di siffatto nobile lignaggio, piuttosto di quelle di una squadra che rappresenta una provincia in meno di 230.000 abitanti e di una società calcistica con nome e tradizioni sicuramente più che dignitose, ma molto meno altisonanti dell'altra in questione.
Si aggiunga come quarto indizio supplementare, l'ineludibile fatto che sin dallo scorso mese di agosto 2019 gli osservatori più attendibili ed affidabili a livello nazionale (e per questo ben inseriti nel sistema dell'informazione) additavano questa squadra come sicura promossa nella Cadetteria…
Ed ecco che il delitto perfetto di "calcicidio" è bello che confezionato !
Favolette a parte, perché – sia ben chiaro – il quadro delineato sopra è soltanto una FAVOLETTA scherzosa e goliardica, non mi rimane da fare altro in conclusione che complimentarmi con tutti i giocatori di della squadretta di questa piccola città – la nostra amatissima Ternana – per la splendida e commovente partita disputata lunedì scorso, dalla quale sono usciti immeritatamente e beffardamente "pareggianti" e, dall'altro, salutare il Mister partente – Fabio Gallo -, ringraziandolo se non altro per quanto la sua squadra ci ha fatto vedere nei play-off a partire dal settantesimo della partita col Catania fino a lunedì scorso (ma anche per qualche bella partita disputata in precedenza e per un campionato tutto sommato onorevole), ma anche e soprattutto per la sua innegabile umanità e professionalità.
Chiudo, consigliando alla società un solo nome cui mettere in mano le redini della squadra per il prossimo anno: Giuseppe Scienza.
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