Il difficile compito di Roberto Breda

Il difficile compito di Roberto Breda

Le speranze di un’inversione di tendenza ora sono affidate a Roberto Breda ed al suo staff. E sono affidate anche ai giocatori che devono sudare, lavorare e credere in quello che il tecnico veneto proporrà loro.

A sentire Breda e a vedere come hanno lavorato in questi due giorni sembra che abbiano assorbito il colpo delle dimissioni di Toscano ( lasciato inspiegabilmente e colpevolmente solo dopo i corteggiamenti dell’estate, ndr ) e si siano buttati a corpo morto nell’assecondare, come del resto hanno fatto e questo è stato riconosciuto dal tecnico dimissionario, quelle che sono le proposte di lavoro e i suggerimenti di Breda.

Del resto non ci sono alternative perché una partenza così brutta come quella dei rossoverdi se non trovasse subito un riscatto farebbe diventare tutto più complicato.

Il morale, la testa in questa fase del campionato hanno un’importanza fondamentale e su questo aspetto anche il lavoro di Breda deve essere di grande qualità.

E pensare che la Ternana ha avuto a Salerno la possibilità di dare una sferzata al proprio campionato, ma i troppi errori, sia difensivi che offensivi, hanno vanificato la buona partita giocata.

Errori anche di concentrazione perché se la Ternana prende 2 dei 10 gol subìti nei primi due minuti del secondo tempo ( Livorno e Salerno ) e 4 nei primi 7 vuol dire che qualcosa non va. Che non si rientra in campo con la necessaria concentrazione e che quel riposo di 15 minuti fa più male che bene. Quell’intervallo dovrebbe servire per recuperare le proprie forze, per ascoltare i suggerimenti del tecnico ma restando sempre con la mente sul pezzo. Sulla partita, sul secondo tempo da giocare ancora.

Ed, invece, le cifre dimostrano altro. Sta a Breda analizzare questi particolari e cercare di superarli insieme alla squadra.

Come da superare sono i problemi di scarsa prolificità in zona gol degli attaccanti. Ceravolo fa il diavolo a quattro, corre, sbraccia, fa espellere gli avversari che non riescono a fermarlo, forse, però, in virtù della stanchezza non riesce a volte ad essere così lucido in zona gol.  A proposito, dopo aver visto e rivisto l’azione del secondo tempo in cui ha sparato alto davanti a Terracciano, dobbiamo riconoscere di aver sbagliato ad addossargli responsabilità perché quel pallone, per una questione di centimetri, è stato dapprima toccato da Pestrin evitando che Ceravolo potesse calciare a botta sicura, come invece era sembrato ai più. Noi compresi. Il problema numero uno ora è Felipe Avenatti. Non che le sconfitte dipendano da lui ma siamo dell’avviso che l’uruguagio debba dare di più e con una convinzione maggiore.

Uscirne dalla situazione in cui si è cacciato in estate non è facile ma solo lui può venirne fuori. 

E’ chiaro che va aiutato, seguito, incoraggiato perché è un patrimonio della società ma anche lui, però, deve fare il possibile, ed anche di più, per diventare un giocatore importante. Ne ha le possibilità, i mezzi ma sul piano caratteriale deve ancora trovare la strada maestra. Potrebbe aiutarlo il tecnico rossoverde che già nell’allenamento di martedì mattina lo ha stimolato, incoraggiato, ripreso. Forse questa è la medicina giusta. Almeno lo si spera altrimenti là davanti la squadra soffre,  è spuntata, e la sua  capacità realizzativa è da squadra di bassa classifica. E se dovesse persistere la situazione attuale non sarebbe male prendere in considerazione anche la candidatura di Gondo che in allenamento dimostra di essere un buon giocatore, magari inesperto ma con mezzi tecnici di assoluto valore e di eccellente rapidità in area. Quello che al momento manca alla Ternana.

Insomma, peccato che i segnali di crescita, anche fisica, registrati a Salerno non siano stati supportati dai punti ma se la squadra continua a giocare come ha fatto all’Arechi commettendo qualche errore in meno, e le squadre di Breda in chiave difensiva hanno evidenziato negli anni una buona ermeticità, i tempi per tirarsi fuori dai bassifondi della classifica non dovrebbero allungarsi di molto.

Semprechè, però, ognuno resti al proprio posto, senza nocive invasioni di campo che hanno già mietuto delle vittime illustri. Perseverare sarebbe diabolico e soprattutto pericoloso!