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Il gioco del silenzio

"Non farò più le conferenze in futuro probabilmente, mi distrae parlare con voi perchè non voglio giustificarmi dopo le sconfitte. Vogliamo solo i risultati e poche chiacchiere. A voi giornalisti piace criticarci per far capire che ne sapete più dei colleghi. A me fa solo piacere ricevere le critiche, ma turbano i giocatori, io devo difenderli". Ci sta pensando Sandro Pochesci, forse non farà più conferenze stampa, forse si avvarrà di momenti in cui la comunicazione da parte sua sarà il silenzio, per proteggere i suoi ragazzi dalle critiche dei giornalisti. 

Ci mette la faccia l'allenatore delle Fere, si fa carico anche dell'aspetto psicologico dei suoi calciatori e cerca di schermarli da qualsiasi "attacco" esterno, soprattutto se questo viene sferrato dalla stampa, perchè chi di quest'ultima categoria fa parte muove critiche perchè deve dar prova di capire il calcio. Mister, noi tutti apprezziamo questa sua volontà di trasmettere al gruppo e ai calciatori solo serenità e consapevolezza nei propri mezzi, è una cosa che non tutti gli altri che si sono seduti su quella panchina sono stati in grado di fare. Ci piace davvero questo suo fare scudo e difendere la tranquillità del gruppo, d'altra parte molti sono ragazzi giovani, forse non abituati ad un tipo di attenzione mediatica diversa rispetto a quella del passato, e non è nostra intenzione, come non lo era all'inizio della stagione, creare inutili tensioni o deprimere i nostri giocatori. Lo ha detto molte volte anche lei che le critiche, quelle costruttive, aiutano a migliorarsi e a capire dove si sbaglia, questo vale per lei, per noi ma anche per lo spogliatoio, anche per quei calciatori che lei vuole proteggere anche a costo di non parlare. La verità, però, è che a volte la verità è meglio affrontarla anche quando non è come ce la aspettavamo, qualche volta fa meglio leggere una critica piuttosto che nasconderla: se si commette un errore è giusto farlo notare, col dovuto rispetto e senza gettare croci inutili, senza dubbio. 

Per diventare grandi, sotto ogni accezione della frase, purtroppo è necessario anche affrontare chi ci dice che potremmo fare meglio, e si fidi che chi lavora nella comunicazione questa cosa la capisce.

Marina Ferretti

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