Lucarelli ha deciso di non parlare più, alla stampa, fino alla fine della stagione. Così chi vorrà potrà andare al campo dove darà spiegazioni a chi le vorrà chiedere: immaginiamo non ai giornalisti. Questo perché – se non abbiamo capito male – non diamo ascolto a quello che dice (quando parla di salvezza) e perché i giocatori vengono inibiti da quello che leggono sui giornali o sui siti o ascoltano in tv.
Insomma la colpa del fatto che la Ternana non riesca più a vincere è delle aspettative che ci sono sui giornali. Non di questioni di campo, di scelte, di approcci, di gol mancati o di avversari.
Le parole insomma hanno un peso specifico importantissimo, vitale. Ed è vero. Le parole sono importanti, soprattutto per chi le utilizza per lavoro. E nel 2023, l’era dei social, della comunicazione diretta, della tv che fa vedere tutte le partite, delle webtv, pensare a un silenzio stampa è quanto di più anacronistico possibile.
Proprio perché le parole sono importanti, è assolutamente inutile chiudersi nella propria cameretta, con il cartello “vietato entrare” fuori.
E’ importante il confronto, capire perché l’interpretazione è così diversa (anche fra le componenti della Ternana), sviscerare (fin quando possibile) i problemi di questa squadra che non riesce a girare.
Noi rimaniamo della nostra idea, magari sbagliando. Non possiamo credere che una squadra venga condizionata dai titoli di un sito o di un quotidiano, non possiamo ignorare i movimenti societari. E’ proprio contro la natura di questo sport, soprattutto se si vuole avere l’ambizione di guardare in alto.
Intanto si gioca per vincere (alle volte la salvezza è una vittoria, questo va detto), ma le pressioni fanno parte del sistema. Potremmo anche essere degli sprovveduti, degli ignoranti (calcisticamente parlando), degli inguaribili ottimisti: ma avere un risultato sportivo in testa per poter giudicare la stagione è quello che succede da qualsiasi parte del mondo. Poi ci sono i motivi che ti portano al raggiungimento dell’obiettivo o meno. E – per quanto possibile – cercheremo di individuare anche quelli, anche cammin facendo.
Senza considerare che il silenzio stampa autoimposto da Lucarelli non avrà alcun effetto concreto: non crediamo che la Ternana, grazie al suo silenzio, non immaginiamo vincerà le partite. Funzionasse così avremmo rinunciato da subito alle conferenze stampa! Se ci riuscirà, come ci auguriamo, è grazie alla prestazione in campo. Senza considerare che i giornalisti, i tifosi, gli addetti ai lavori continueranno a dire e scrivere quello che vorranno.
Le parole uniche che veramente pesano (dentro e fuori dallo spogliatoio) sono quelle proprio del mister, quelle del presidente, quelle dei protagonisti (in campo e non). Che siano pubbliche o private poco importa.
A Terni – in tutta sincerità – non c’è un clima pesante. Da parte della stampa o da parte della tifoseria. Non c’è – come si vorrebbe far credere – un tiro al bersaglio, la volontà di destabilizzare. Ognuno cerca di fare, al meglio delle proprie possibilità, il proprio lavoro.
Il principale compito dell’allenatore non è certo parlare con la stampa. Fa parte dei suoi compiti, ma non è certo quello decisivo. Potremmo attaccarci al rispetto della professione, ma sarebbe veramente stucchevole, non sarebbe neanche centrale come punto: perché di sicuro si parte da una motivazione poco supportabile.
Rimane un punto: indipendentemente dagli obiettivi della Ternana e dalle parole spese in questi giorni, le partite contro le ultime della classe erano da vincere. E la Ternana ha tirato fuori un punto soltanto.
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