Bisogna essere onesti e guardare in faccia alla realtà. Senza per questo essere pessimisti. Il primo passo della nuova Ternana, anche se per il momento condiviso visto che formalmente il passaggio non c’è stato ma ci sarà fra pochi giorni quindi tutto è fatto in ottica futura, è stato fatto.
Sarà una Ternana diversa rispetto a quella a cui siamo stati abituati nell’era Bandecchi. La disponibilità economica di prima non c’è più. Impensabile, per la nuova proprietà, poter spendere quanto spendeva l’attuale Sindaco. Non solo per possibilità economiche, ma proprio per scelta.
L’intenzione è quella di poter arrivare comunque a dei risultati soddisfacenti senza dover spendere troppo. E per far fronte alle spese ingenti, soprattutto del primo anno visti i tanti contratti esistenti, l’input è quello di ascoltare tutte le proposte che arrivano per i giocatori più importanti.
Si chiude un ciclo. E questo – probabilmente – sarebbe comunque successo a prescindere dalla proprietà. Certo presentarsi con la cessione di Partipilo seguita a ruota da quella di Palumbo, da quella di Di Tacchio e Ghiringhelli e poi Corrado e magari Diakité non è il massimo. Ma la necessità di contrarre le spese si sposa con le ambizioni dei giocatori ma soprattutto con la necessità anche di cambiare. Il finale della passata stagione ha sottolineato come non sia in discussione la qualità dei giocatori ma l’insieme. Questo gruppo, soprattutto quello storico, ha dato il massimo, ha dato tutto. Senza riuscire a centrare quell’obiettivo che si era dato il presidente (la Serie A), ma non (soltanto) per loro responsabilità.
E così le richieste che arrivano dagli altri sono ascoltate, dicevamo. Arriveranno soldi che serviranno per far ripartire la nuova gestione. Come? Lo scopriremo senza avere pregiudizi.
Di sicuro l’input sarà quello di non avere delle spese di gestione come quelle dell’Unicusano. Contratti certamente più contenuti (per i giocatori così come per l’allenatore, in futuro), meno spese in generale e magari la stessa capacità di trovare giocatori di livello come è successo in precedenza (basta vedere quanti giocatori sono richiesti sul mercato e anche a che prezzi). Insomma una società sostenibile, che è la chimera che tutti inseguono quando entrano nel calcio.
Che sia facile non lo dice nessuno, tutti pensano di avere in tasca la soluzione. Riuscirci è un altro conto: in tanto ci provano in pochi ci riescono.
Di sicuro, al di là delle legittime ambizioni che tutti possono avere, l’obiettivo prioritario quest’anno sarà mantenere la categoria. Indipendentemente da chi arriva, da chi parte e da chi resta.
Bisognerà avere in testa questo, prima di giudicare. Bisognerà capire che anche se le strade per arrivare al successo sono tante, è evidente che più soldi si hanno (come nel caso di Bandecchi) più è facile arrivare in alto. Ma l’equazione non è scontata. E qui si incastra il primo passo della nuova Ternana.
Senza doversi nascondere dietro le parole e dietro promesse che poi – facilmente – potrebbero essere smentite. La Ternana quest’anno ripartirà da zero. Partirà da un nuovo progetto, da una nuova filosofia. Cercherà prima di tutto la salvezza, da prendere come obiettivo prioritario e tutto quello che arriva sarà di guadagnato. Ci sarà la volontà (e la necessità) di puntare sui giovani. Certamente in prestito in questa prima fase. O su dei ragazzi (di proprietà) con grande voglia di rivalsa. Ci sarà bisogno di carattere. Ci sarà bisogno di tempo, anche se il tempo non ci sarà.
Ci sarà bisogno di convincere gli scettici: con i fatti e non con le parole. Ora i primi passi di questa nuova società (minor potenza economica, l’affaire Ferrero, le cessioni dei big) fanno virare la piazza verso il pessimismo. E come detto non basteranno le promesse, perché quelle, come sempre, se le porta via il vento.
Aspettiamo i prossimi di passi, prima dei giudizi definitivi. Aspettiamo anche la presentazione e che qualcuno ci indichi quale sia la vera direzione.
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