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Il punto al giro di boa: come è andata e come dovrebbe andare

24 punti alla fine del girone d’andata. Due in più della Ternana di Toscano, uno in meno di quella guidata da Tesser l’anno scorso. La Ternana che è stata di Toscano per cinque giornate iniziale (1 punto) sommata a quella di Breda per le restanti sedici è in linea con quelle del passato. Squadra che continuando così dovrà lottare per salvarsi evitando magari di penare fino all’ultima giornata. A meno che, com’è auspicabile, non riesca a migliorare sensibilmente il proprio rendimento.

La lettura del girone d’andata però merita di essere approfondita perché la Ternana cresciuta in coso d’opera si è portata dietro il fardello di quell’inizio difficilissimo dettato dai ritardi accumulati in estate a causa delle vicissitudini societarie. Le partenze ritardate nel calcio si pagano come in qualsiasi altra competizione sportiva. Non solo. I recuperi, come quello operato dalla Ternana che ha chiuso l’andata a distanza dalla zona play out, impongono pedaggi altrettanto pesanti sia a livello mentale che fisico. Se a tutti questi fattori sommiamo anche qualche prestazione decisamente sotto tono, i troppi errori individuali e di reparto, specie in difesa, ne viene fuori che, tutto sommato i 24 punti sono in linea di massima quelli che ci si poteva aspettare. Fermo restando che aggiungere altri due o tre pareggi avrebbe portato a giudizi diversi e ad un futuro forse più sereno. 

Ma questa squadra può crescere. Ha un buon organico: lo diciamo dall’estate e continuiamo a sostenerlo. Fosse partita con regolarità, con gran parte della rosa in ritiro a Norcia, avrebbe avuto qualche punto in più. Certo, non c’è la controprova ma di solito è così. Per questo un organico già buono merita a nostro avviso di essere ulteriormente migliorato. Senza impegnarsi in investimenti che la società non ha fatto nemmeno in estate ligia ad una politica non di austerità ma segnata dall’accortezza. Un intervento per ogni reparto potrebbe consegnare a Breda una rosa ancora più competitiva con alternative importanti che potrebbero risolvere i problemi emersi nella prima metà di stagione. Qualche esempio? Un’alternativa concreta ad Avenatti o a Signorelli e magari anche un centrale mancino che potrebbe consentire a Breda di variare l’atteggiamento difensivo giocando a tre. Dovranno essere però interventi estremamente mirati perché i margini d’errore a gennaio sono ridotti a zero. Gli uomini giusti al posto giusto senza creare problemi ad un gruppo che ha dato l’idea di funzionare.

Qualche nome è già emerso. E sembrano nomi giusti almeno sulla carta. A patto che siano consegnati a Breda in tempo utile per renderli operativi alla ripresa del campionato. Ci vuole quindi un intervento chirurgico sia nei tempi che nella precisione. Scelte condivise al netto della delusione che Longarini si porta dietro. Una delusione che non può offuscarne quella progettualità emersa a più riprese sin dall’estate.

Massimo Laureti

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