La Nemesi della Ternana: troppo risparmio, con due colpi si sognava

Iscritto all’Albo dei giornalisti dal 2000, scrive sul Corriere dell’Umbria dal 1997 e collabora dal 2008 con Tele Galileo come ospite fisso, nei programmi Anteprima Sport e Notte Gol.

La Nemesi della Ternana: troppo risparmio, con due colpi si sognava

Si chiama Nemesi (da “nemo”, distribuire), nella mitologia greca figlia di Oceano e Notte e dea distributrice della giustizia etica, capace di dispensare gioia o dolore in base a quanto giusto, ossia ente supremo di giustizia compensatrice o riparatrice. Difficile non ipotizzare un suo intervento nell’attuale, catastrofica situazione dell’infermeria in casa Ternana.

Perché? Perché se durante il mercato estivo la dirigenza rossoverde vara un organico “cortissimo” (appena 22 elementi, escluso il terzo portiere Gava e l’infortunato di lungo corso Dianda) pensando di essere più astuta rispetto alle altre società del torneo cadetto (evidentemente inclini a stipendiare inutilmente giocatori inutili) adesso deve “giustamente” pagare dazio. E deve arrampicarsi sugli specchi per giustificare di fronte alla tifoseria, ma soprattutto allo staff tecnico, una scelta così rischiosa. I numeri sono (come sempre) incontrovertibili.

Di fronte a 5 infortunati, ossia Janse, Ferronetti, Russo, Piredda e Avenatti (e da qualche settimana Catania e Spezia sono in doppia cifra per quanto concerne gli indisponibili) Tesser si ritrova con soli 17 elementi convocabili in vista della sfida casalinga contro il Trapani e di conseguenza è costretto a “pescare” nella Primavera, allertando i giovani Palumbo, Russini e Taurino. E tutto questo avviene all’inizio di un micro-ciclo molto serrato, con altre 3 gare in programma nei prossimi 12 giorni (a Carpi martedì prossimo, contro il Cittadella sabato primo novembre e nel recupero di Chiavari martedì 4 novembre) e quindi con tempi di recupero ridottissimi per i giocatori attualmente fermi ai box. Senza considerare che Vitale e Gavazzi sono diffidati e alla prossima ammonizione incapperanno automaticamente in un turno di stop.

Drastica riduzione dei costi, salary-cup e linea verde sono accettabili, ma a via Aleardi non conoscono (o fingono di non conoscere) l’antico detto latino “… est modus in rebus…”, ossia “… c’è una misura in tutte le cose…”. Purtroppo nella politica di risparmio a tutti i costi seguita nella sessione estiva del mercato non è rintracciabile alcuna “misura”. Peccato, viste le tante eccellenze in organico sarebbe bastato mettere a disposizione dell’allenatore altri 2-3 giocatori (magari under e con ingaggi non eccessivi) per puntare in alto. E invece…