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La paura!

E’ difficile parlare di calcio in un momento così tremendo per Terni tutta, resa pazzescamente orfana di un suo figlio strappato alla vita nel fiore dei suoi anni nel modo più assurdo.

Purtroppo non possiamo far altro che stringerci commossi e profondamente partecipi alla famiglia di David Raggi, auspicando che il suo inconcepibile sacrifico serva a far capire ai nostri governanti e, soprattutto, ad una giustizia spesso eccessivamente superficiale, che bisogna finalmente mettere un drastico freno ai troppi delinquenti che girano spudoratamente per le strade delle nostre città.

 

Fatto questo doveroso, sentito preambolo, andiamo avanti.

Ovvero…andiamo indietro. Come la Ternana.

Gli ultimi disastrosi risultati ottenuti dai ragazzi di Tesser hanno fatto precipitare le Fere in piena zona retrocessione, con un solo punto di vantaggio sulla quintultima in classifica (leggi: pericolo  incobente dei play-out), oltretutto alla vigilia di una partita complicatissima contro la prima della classe, quel Carpi che tra l’ altro scenderà sabato al Liberati letteralmente “avvelenato” dopo la sconfitta interna rimediata sabato scorso contro il Pescara.

E si sa che lo stadio di Terni quest’anno è facile terra di conquista per chiunque…

Banalizzando, si potrebbe auspicare un colpo di coda dei nostri, una prova di orgoglio che permetta loro di conquistare almeno quel punto sufficiente per spezzare la catena di sconfitte consecutive ultimamente rimediate dentro e fuori casa.

Il fatto è che non si può sempre “banalizzare” e campare di speranze, perché è noto che chi vive sperando, spesso muore…in un alto modo!

Né è il caso, per il momento, di istruire processi sommari alla ricerca del o dei colpevoli di questa pessima situazione: si rischierebbe di passare per i soliti “gufi” che non aspettano altro che qualche disgrazia per dire “avevo ragione io”.

Ma non si può neanche sostenere, come molti fanno, che…”in fondo ce lo sapevamo tutti che questo sarebbe stato un campionato tribolato, dove centrare la salvezza addirittura ai play-out sarebbe stato un grosso successo”, perché così si finisce per avvalorare e convalidare le inconcepibili scelte di una società del tutto “assente” come è l’ attuale Ternana Calcio di “Zadottiana” gestione.

 

Semmai, mettono autentica "paura" (sportiva, è ovvio) altre situazioni.

A cominciare dall' atteggiamento di  un allenatore, il celebratissimo Attilio Tesser, che da qualche tempo a questa parte sembrerebbe aver mollato la presa, non essendo apparentemente più in grado infondere ai suoi giocatori quelle motivazioni e, soprattutto, quella grinta e concentrazione fondamentali per riuscire a superare questo momento critico.

Si dirà che i giocatori sono questi, che molti di loro la passata stagione erano addirittura delle riserve, che il tecnico ha ormai spremuto dai suoi uomini tutto quello che si poteva spremere, anche ricorrendo ad alchimie tattiche azzardate; ma resta il fatto che l’ autentica caduta libera delle Fere sta assumendo quasi i contorni della rassegnazione e questo non deve accadere, pena un’ inevitabile retrocessione in Ia Divisione!

Tesser, dunque (e se ancora ci crede), deve dare una svegliata ai suoi, sforzandosi di diventare anche “brutale” (nel senso positivo del termine)  nei confronti dei suoi ragazzi, al fine di  infondere loro grinta, coraggio, determinazione e soprattutto – come detto – quella concentrazione da troppo tempo latitante.

Perché se così non fosse, se il tecnico avesse perso i giusti stimoli, essendosi adattato anche lui ad un trend negativo apparentemente inarrestabile, se dovessero continuare a piovere sconfitte su sconfitte, beh…non ci sarebbe da far altro per l’ “ectoplasmatica” società rossoverde che assumere delle decisioni dolorose, ma assolutamente indispensabili per cercare di salvare il salvabile.

Sempre che i “Signori di Via Aleardi” vogliano realmente provare a salvare il salvabile…e non covino invece nelle loro incomprensibili menti progetti addirittura masochistici…

Perché sia ben chiaro: una retrocessione suonerebbe proprio come un autentico suicidio, soprattutto per loro e  per i loro ignoti interessi…!

 

Io mi auguro sinceramente che queste mie “cupe” note possano essere presto sconfessate, magari a partire da sabato prossimo, ma ritengo che la "PAURA" che attanaglia il sottoscritto sia la stessa di tanti, di troppi tifosi delle Fere, soprattutto di quelli che – come il sottoscritto – nel corso della loro storia di “amanti delle Fere” (prima ancora che di giornalisti) ne hanno viste di cotte e di crude. Soprattutto di crude.

Mi sembra dunque più che giusto esternare la mia sincera preoccupazione, di fronte al totale lassismo di una società portata esclusivamente a parlare quotidianamente di “cessione” e non di calcio giocato, di fronte ad una squadra che sembra aver completamente smarrito la retta via, complice – è vero – una serie inenarrabile di infortuni e squalifiche, ma che sembra essere precipitata in una profonda crisi d'identità, per di più nel totale disinteresse di chi comanda la baracca, colpevolmente inerte davanti alla necessità impellente di rafforzare adeguatamente la rosa; e, da ultimo, davanti ad un tecnico che, pur continuando a godere della stima e considerazione di addetti ai lavori e tifosi, non può ritenersi escluso da responsabilità personali in ordine al disastroso momento della sua squadra.

 

Ai non più di 3.000, massimo 3.500 tifosi che comunque ed in ogni caso  sabato saranno sugli spalti del Liberati per assistere alla determinante sfida contro la capolista Carpi, rivolgo infine il caloroso invito a non far sentire soli i ragazzi, tifando con la passione di sempre dal primo all’ ultimo minuto le nostre amatissime Fere!

Perchè – sia ben chiaro! – la Ternana è innanzitutto dei Ternani, motivo di autentico amore sportivo e patrimonio storico e culturale incommensurabile della nostra città.

E chissà che non ci scappi il miracolo che aiuti a rimettere un po’ a posto le cose…

Mi auguro in conclusione che la società rossoverde abbia il buon senso di richiedere in tempo utile alla Lega l' autorizzazione a ricordare con un doveroso minuto di silenzio e raccoglimento la memoria del caro David Raggi che ci ha lasciato così tragicamente.

Sarebbe il minimo auspicabile…

Massimo Minciarelli

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Massimo Minciarelli

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