La peggiore delle eliminazioni
Uscire così fa male, perché la Ternana ha dimostrato sul campo che avrebbe nettamente meritato il passaggio del turno. Invece sta qui a chiedersi come sia stato possibile uscire. Bene: come è possibile lo diciamo noi apertamente, senza essere tacciati di essere tifosi (sebbene lo siamo).
Il Bari ha segnato per colpa di una regola, sui falli di mano, che sta facendo più danni che altro. E quello di Mirco Antenucci è l’unico vero tiro in porta dei padroni di casa che avrebbero dovuto ammazzare il campionato e invece si trovano in semifinale playoff solo grazie alla fortuna.
La Ternana non si è arresa. Non si è arresa neanche di fronte agli infortuni che hanno costretto Gallo a effettuare ben 4 sostituzioni nei primi 35 minuti. E se per gli infortuni di Defendi e Parodi non si può che incolpare la sfortuna (problema muscolare per il capitano e scontro di gioco fortuito con Iannarilli per il terzino) per le uscite anzitempo di Ferrante e Celli dobbiamo ringraziare i difensori del Bari: Sabbione e Di Cesare. Su Celli neanche fallo è stato fischiato, ed è stato costretto ad uscire dal san Nicola in barella.
Gallo è stato quindi costretto a cambiare i suoi 11 titolare nella prima mezz’ora, cambiando di fatto metà squadra. Ma la mentalità non è cambiata. E’ stato, per certi versi, anche fortunato e lucido, nel cambiare contemporaneamente i due terzini (che poi a dire la verità, almeno secondo noi, non hanno brillato) utilizzando così al meglio i tre slot obbligati. La Ternana ha continuato a fare la partita, a far girare il pallone, a stanare il Bari.
Poi nel momento di maggior pressione un altro episodio chiave: l’espulsione di Palumbo. Inspiegabile. Forse anche il giallo sarebbe stato eccessivo. Severo, via. Visto che comunque l’entrata è stata dura e non ortodossa. In 10 la partita poteva essere finita. E invece la Ternana ha dimostrato un grande carattere e una grande voglia. Ha rischiato di vincerla, dopo averla pareggiata. Si è aggrappata a Vantaggiato e Verna. A Diakité e Bergamelli. Ma in 10 contro 11 non era affatto facile. Anzi era quasi impossibile. E con un fare sempre troppo fiscale, l’arbitro ha pensato bene di allontanare anche Gallo e Leone, usciti imbufaliti dal campo di gioco.
Poteva diventare una corrida a fine gara: fin troppo matura è stata la squadra rossoverde nel cercare di mantenere alta la tensione in campo nel modo migliore possibile.
La Ternana esce e così fa male. Perché avrebbe meritato. Perché Frattali ha dovuto fare un paio di miracoli e Iannarilli è stato a guardare. Perché è stata più squadra del Bari, perché ha dimostrato di essere più forte, perché ha dimostrato di averne di più e di essere più convinta degli avversari.
Invece torna a casa, sicura di giocare in C il prossimo anno, mentre i nostri avversari si giocheranno la B contro la Carrarese.
L’unica cosa che possiamo imputare alla Ternana è che magari questa partita si poteva giocare in casa, ma qui significherebbe rivedere e riscrivere tutto il campionato. La Ternana esce dai playoff senza mai perdere e addirittura meritando di vincere questa ultima partita.
Non sappiamo cosa pensa Bandecchi della squadra, dopo questi playoff passati in silenzio. Ma al suo posto noi saremmo orgogliosi di questo gruppo che ha dimostrato di essere all’altezza anche dei più forti (o dei presunti tali). Che è arrivato fino in fondo in coppa Italia e che anche in 10 contro 11 ha messo alle corde i secondi del girone.
Rimane il rammarico di non averla potuta giocare tutta alla pari. Ed è un rammarico grande. Perché alla pari è stata solo per il primi 30 minuti. Ci rimane il dubbio che con i cambi fatti al momento giusto, in 11 contro 11 e senza personalismi arbitrali, sarebbe potuta finire diversamente. E non parliamo neanche del rigore che ha chiesto Partipilo perché anche rivedendolo non ci siamo tolti i dubbi. Ma lo mettiamo nel calderone.
La Ternana rimane in C ma avrebbe meritato di rimanere in corsa.
Rimangono solo i complimenti e tanta delusione. Un groppo in gola che è difficile mandare via. Una rabbia che neanche urlando scende. Oggi non è il momento di fare processi o di capire dove può migliorare questa squadra e questa società. Che rimane in C è vero. Ma oggi è il momento di far passare la rabbia.