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La rivoluzione annunciata

Il presidente guarda addirittura oltre. Al prossimo anno. Questa stagione la dà per persa, rispetto agli obiettivi che aveva in testa. E non ha avuto timore a dirlo. Di sicuro non possiamo far finta non solo che non l’abbia detto, ma che l’abbia detto ora. Proprio quando la squadra, con i risultati, ha praticamente abdicato al sogno dei playoff e proprio quando Lucarelli aveva sottolineato che bisognava più pensare al campo che a tutte le situazioni extra, cessione societaria compresa.

Insomma le “solite” punture (a distanza e non) che hanno caratterizzato sicuramente la presidenza Bandecchi e soprattutto il rapporto fra presidente e allenatore.

Ora – obiettivamente – uscirsene così, con una rivoluzione in vista, quando ancora la squadra tecnicamente non è salva, non è salutare. In una situazione già non serena si aggiunge ancora tensione, arriva sicuramente un altro momento di divisione e soprattutto si apre un altro fronte non calcistico. Che probabilmente è quello a cui faceva riferimento proprio Lucarelli nell’ultima intervista, quella post Brescia.

Allo stesso modo (e altrettanto obiettivamente) il presidente lo abbiamo imparato a conoscere. Quando non è contento lo fa capire, subito, senza giri di parole. E non abbiamo dubbi che questo concetto lo ha già espresso ai diretti interessati.

Quello che non ha comunicato (e che non sappiamo) è cosa significa fare una rivoluzione. Significa cambiare la squadra? O la maggior parte di essa? Significa cambiare nuovamente allenatore? Significa cambiare i dirigenti? O un’azione combinata di questi fattori?

Quando le cose non girano (come quando girano) non c’è mai soltanto una causa. E quindi non c’è soltanto una soluzione. Ma ci auguriamo che ogni decisione che verrà presa (o che è stata presa) di questa rivoluzione annunciata sia presa in maniera ponderata. Prendendo in esame, in maniera approfondita, anche con confronti duri e crudi, tutte le variabili che hanno accompagnato questa stagione, certamente non esaltante, della Ternana.

Però non è certo questo il tempo di cominciare i processi. Tantomeno in piazza, a campionato ancora non concluso. Come è successo anche negli altri anni ci vuole pazienza e lo spazio giusto. Capire se è la rosa che è stata sopravvalutata o se è il rendimento che è venuto meno. Ed eventualmente per quali motivi. Altrimenti si rischia di buttare sia la fase finale della stagione che anche le cose buone che sicuramente sono state fatte (anche in questa annata incostante). Senza rischiare di farsi prendere dall’emotività del momento. Per partire il prossimo anno senza compromessi, ma con la stessa visione. Senza lettere e con unità di intenti. Altrimenti meglio ognuno per la sua strada, senza rammarico. Ma con i giusti tempi.

Ternananews Redazione

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