La sindrome Liberati non esiste più, la Ternana asfalta il Vicenza: il lavoro paga…

La sindrome Liberati non esiste più, la Ternana asfalta il Vicenza: il lavoro paga…

Quando la scorsa settimana dicevamo che a Crotone la Ternana aveva dominato (in undici contro undici) lo abbiamo scritto senza aver paura di passare per matti. Stavolta è più evidente. E la differenza più grossa l'hanno fatta gli attaccanti, non (solo) i difensori. Eh sì, perché stavolta le occasioni sono state sfruttate. Il gol del vantaggio è arrivato dopo una serie di azioni importanti in area del Vicenza (corredate da una serie infinita di calci d'angolo) ed era strameritato. E quello ha cambiato la partita. Perché la Ternana ha continuato a crederci, il Vicenza ha continuato a non essere pericolosa. E poi nel secondo tempo un inizio tambureggiante ha portato al due a zero. Partita in ghiaccio. 

La Ternana si è scoperta forte. Si è scoperta tonica. Si è scoperta bella. Perché finalmente ci ha creduto e si è sbloccata. Questa questione della sindrome Liberati aveva stufato. Sembrava più una cosa giornalistica che concreta: anche se i numeri naturalmente dicevano esattamente il contrario. Era (ed è) sicuramente un condizionamento. Ma la prestazione ha sempre accompagnato qualsiasi partita dei rossoverdi, quando bene quando meno bene. Ma questa squadra (da quando è arrivo Breda) ha un'identità: pressing alto, recupero palla nella metà campo avversaria, sovrapposizioni sulle fasce, inserimenti letali del trequartista. Questa è la Ternana.

E ora che ha trovato la via non bisogna perderla mai più. Si può perdere certo, magari il meno possibile, ma questo tipo di atteggiamento non deve mai mancare. Ora ci sono tre partite fondamentali con tre squadre che – come la Ternana – lottano per non retrocedere. Due trasferte e una in casa. Servono punti: per mettere dietro gol altri e risalire in classifica. Per vivere un girone di ritorno più tranquillo, senza acqua alla gola. Per dimostrare a tutti che la Ternana non molla mai…