La strana vigilia

Si respira un clima strano all’immediata vigilia di questo “nuovo campionato”. La Ternana, che dovrebbe partire sicura di sé e baldanzosa alla caccia dell’ultimo posto al sole si appresta a vivere la prima gara di questi playoff e l’elettricità nell’aria non c’è.

E pensare che gli ingredienti ci sarebbero tutti: un avversario che ha fatto male ai rossoverdi durante la regular season, la voglia di riscatto, le ambizioni, la voglia di andare a prendere quello che a lungo i giocatori e il club hanno sognato.

Magari anche un pizzico di timore, perché no, legittimo. Determinato dai precedenti, dalle incognite su questa ripresa che è strana per tutti, l’assenza di Palumbo che è certamente un problema da risolvere.

Invece sembra che questa partita sia quasi una partita normale. L’ambiente è una spugna: recepisce quello che vede. E probabilmente è vero anche il contrario, ovvero che la squadra e la società assorbono le vibrazioni della città. Ma la scintilla, ci pare, che non sia scoccata.

Si aspetta, con attendismo, la partita di stasera. Per essere pronti poi a commentare. Il dovere espletato, in caso di passaggio del turno. Il processo da celebrare, nel caso malaugurato in cui non dovesse andar bene.

Di sicuro il clima è strano. L’intervento della proprietà, da prima della coppa Italia, non si è fatto sentire. Bandecchi, sempre molto attivo sui social, stavolta si è fermato. Nessun proclama, di nessun tipo. Dopo aver definito la coppa Italia (probabilmente anche a livello scaramantico) non un obiettivo da raggiungere, e dopo aver chiesto anche di non festeggiare in caso di vittoria, non è più intervenuto sulla squadra. Lo stesso Gallo in conferenza stampa è parso più attendista che deciso. Le scorie della sconfitta di sabato sera si fanno sentire. Probabilmente hanno minato anche il fragile equilibrio sul quale la Ternana aveva poggiato le sue speranze durante il periodo di lockdown. E sono riaffiorati i dubbi. I dubbi che avevano fatto scivolare la Ternana al quinto posto in classifica (e che ora la costringono a partire da stasera), le fragilità di una squadra che ha perso troppe partite in casa e che nell’ultimo periodo aveva smarrito le sue certezze. Ritornano le discussioni sulla mancanza del leader offensivo, visto che anche a Cesena l’intero pacchetto offensivo non ha brillato. Si mette addirittura in dubbio l’operato dell’allenatore dopo che invece era stato difeso a spada tratta, anche nel periodo più buio del suo operato a Terni.

Questa mancanza di coerenza, determinata dai risultati, sembra travolgere emotivamente l’ambiente. E’ come se tutto dipendesse da quello. E ci mancherebbe pure che non sia così: una squadra di calcio dipende dai risultati. Ma la speranza, prima di ottenerli, no. Non per questo bisogna essere attendisti, non per questo bisogna aspettare che le cose succedano.

Ieri sera Perin, portiere del Genoa, alla fine del primo tempo contro la Juventus ha detto una frase che ci è rimasta impressa. “Firmerebbe per lo 0-0 a fine partita?” “Firmerei per fare una buona prestazione, perché sul risultato non si può intervenire, sulla prestazione sì. E dalla prestazione però può dipendere il risultato”. Il Genoa giocava con la Juve, ha poi perso 3-1 grazie a tre perle di tre campioni. Che evidentemente la prestazione l’hanno fatta e hanno superato, grazie alla loro classe, anche la predisposizione mentale dei genoani. Non è cambiato nulla, ma non per questo Perin avrebbe firmato per lo 0-0.

Perché non bisogna mai sentirsi vittime del destino a prescindere. E questo probabilmente è quello che sembra non aver capito oggi la Ternana. Nulla è dovuto e tutto bisogna andarsi a prendere. Nel bene e nel male. 

La verità è che oggi la Ternana si gioca il suo futuro. Questa è davvero la prima gara decisiva della stagione. Quella da dentro o fuori. Neanche la vittoria della coppa Italia avrebbe potuto mitigare un’uscita repentina dalla corsa alla B. La Ternana ha la possibilità di riscattarsi, di svoltare la propria stagione. Step dopo step.

E la domanda sarebbe allora: se ti viene concessa una seconda chanches per raggiungere il tuo obiettivo perché pensare che debba andare come la prima volta? Perché non approfittarne al 200% e imparare dai propri errori.

Non si può andare allo stadio, non si può far sentire l’affetto della città alla squadra. Ma oggi inizia un percorso troppo importante. Troppo importante per essere lowprofile.