La strategia di Bandecchi
È bastato un pareggio per far tuonare ancora una volta Bandecchi, evidentemente non soddisfatto della prestazione della Ternana. Ma più che dalla prestazione da quello che deriva poi in classifica.
La Ternana è ora terza in classifica, virtualmente a 7 lunghezze dalla Reggina, scavalcata dal Monopoli e appaiata dal Potenza. E questo a Bandecchi non va giù. Non va giù perché vuole vincere, non va giù perché crede che a livello economico soprattutto (due volte è stato affrontato il tema stipendi) stia facendo il massimo.
Bandecchi dice: “Se a questa Ternana gli si vuole bene, bisogna dirgli la verità”. Ecco perché Bandecchi ha voluto lanciare di nuovo il suo messaggio. Bandecchi ha detto che così non va bene, che non ci si può accontentare di un pari, sebbene a casa del Teramo. Che bisogna recuperare i punti di distacco e non avere alibi o giustificazioni. Il discorso non fa una grinza. È tutto ampiamente condivisibile. Anche perché è quello che Bandecchi ha sempre lasciato intendere nelle sue esternazioni.
Potremmo discutere – eventualmente – la modalità. Intanto a caldo dopo la partita, ancor prima di aver parlato con i suoi uomini sul campo è irrituale. Sempre meglio parlarne vis a vis (cosa che in realtà in precedenza era stata già fatta nei mesi passati) piuttosto che a mezzo stampa.
Questi genera, paradossalmente, delle incomprensioni. Ma l’intento di Bandecchi però non è rompere, ma rinsaldare. Dare alla Ternana una sferzata, portarla a spingersi oltre i suoi limiti. Perché questa situazione Bandecchi non la tollera. Vuole vincere, o almeno provarci, fino in fondo. Non sentirsi dire che alla fine va bene (anche) così.
È vero che i conti si fanno alla fine, ma Bandecchi vuole evitare che il conto sia salato. E quindi interviene. E lo fa non per destabilizzare l’allenatore. Ha spiegato benissimo anche questo passaggio. Gallo non deve temere nulla perché sarà l’allenatore della Ternana anche nella prossima stagione. Ma questo non gli impedisce di essere sotto accusa, quando la Ternana, secondo Bandecchi, non fa risultato (più che la prestazione).
È un Bandecchi furioso ma sempre lucido nell’esposizione, sull’obiettivo finale. Rimette tensione e fissa di nuovo, se ci fosse stato bisogno, l’obiettivo.
Parla di soldi, non per crocifiggere giocatori o esporli al pubblico ludibrio, ma per far capire quando è grande il suo impegno e quanto sono alte le sue aspettative. Nell’esposizione è un puro che non si cura degli effetti collaterali, ovvero delle conseguenze dei malpensanti. Bandecchi è abituato ad “aggredire” e anche stavolta ha giocato d’anticipo. Non vuole la C.
Bandecchi è diretto, al limite delle rudezza. E non lo fa per un tornaconto personale, ma per un tornaconto di squadra. Anche lui – in questo modo – vuole contribuire al recupero. Non lo fa per la sua vanità o visibilità. Ormai abbiamo imparato a conoscerlo.
Ora la squadra deve dargli risposte. Serve un filotto per recuperare il terreno perduto, perché franchezza per franchezza, questa non è una squadra che merita di essere sempre frustata. Il processo di crescita è più lungo del previsto. Certo vedere la Reggina lassù e anche il Monopoli davanti non è bello. Questa Ternana deve fare qualcosa di straordinario. Ma per sé stessa.
L’unico appunto è un appunto territoriale, a Bandecchi. Non sui contenuti ma ancora una volta sulla forma. È vero, Bandecchi non ci pensa, il primo che lo chiama, giustamente, risponde. Delle due l’una: o dobbiamo farci più furbi noi e chiamarlo sempre oppure più furbo lui e non fare di TEF il suo megafono. Da Perugia…