Delusione, magari anche incredulità. Era difficile anche immaginarla una Ternana sconfitta. Certo, era già successo a Catanzaro ma quella, in fin dei conti, era passata un po’ così, un incidente di percorso. L’avevamo quasi dimenticata inebriati dai successi e dai record infilati, uno dopo l’altro, dai rossoverdi. Poi è arrivato l’ultimo atto, quello al termine del quale in teatro gli attori si presentano al pubblico per raccogliere il meritato tributo.
Nel suo ultimo atto in campionato la Ternana ha steccato. Peccato. Ma c’è stato un solo tifoso che nel proprio immaginario non si è alzato in piedi per tributarle un lungo, meritatissimo applauso? C’è uno soltanto che lo ha, soltanto per un istante, pensato macchiato, proprio così, macchiato dal passaggio a vuoto con la Juve Stabia? Sarò ottimista ma non credo. Non posso credere che un solo ternano abbia dimenticato, anche solo per un istante, le straordinarie gioie che la squadra ha dispensato nell’arco di un campionato che mai avremmo immaginato potesse concretizzarsi così, con un mucchio di cose belle e soltanto qualche piccola, impercettibile stortura.
Certo, la sconfitta di domenica ha fatto dispiacere a tutti. Per primi al tecnico, ai giocatori, al presidente a tutta la Ternana. Perché loro hanno dato il massimo durante l’intera stagione per raccogliere e regalare soddisfazioni, addirittura per entrare come un ciclone nella storia della serie C. Per questo ritengo sia giusto riporre quella partita assurda in un angolo e goderci tutto quanto è stato prima e quanto, speriamo, sarà in futuro, a cominciare dalla Supercoppa.
Convinti che invece la Ternana della sciagurata serata di chiusura farà tesoro, eccome. Cristiano Lucarelli l’ha considerata un “salutare bagno di umiltà”. Forse ha ragione lui. Per quanto mi riguarda io non ho visto una Ternana presuntuosa. Piuttosto l’ho vista un po’ rilassata e ne comprendo anche la possibile ragione. Un campionato nel quale una squadra mette insieme nel ritorno quasi gli stessi punti dell’andata (uno in più se avesse vinto, come avrebbe meritato, la partita con i campani) è qualcosa di straordinario. Inusuale perché di solito ogni squadra incappa in un calo di condizione, o in quell’appagamento da vittorie che le fa mettere il piede sulla classica buccia di banana. Alla Ternana non è successo. Ha dominato dall’inizio alla fine. E adesso si prepara a farsi valere nella Supercoppa che proverà a vincere, ovviamente. Perché vuole dimostrare a tutti che è capace di tornare con la testa dentro al carrarmato, di tornare al top anche se dovrà fare a meno di giocatori importanti.
Carattere e qualità, impegno e senso di appartenenza sono alcune delle qualità della Ternana. Importanti certo. Ma non tali da renderla invulnerabile, invincibile. Domenica sera tutti ce ne siamo resi conto. Ma alla fine abbiamo applaudito perché questa Ternana merita soltanto applausi
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