La Ternana di coppa, sporca e cattiva. E quella rabbia da portare in campionato
Serviva una risposta immediata, dal campo. Non pensare più alla sconfitta in casa contro la Casertana, ributtarsi subito su un pallone che rotola e un avversario da mordere. E così è stato. La Ternana riscende in campo e vince. Di nuovo. Vince soffrendo. Vince meritando. Vince senza prendere gol. Vince e approda in semifinale in attesa di una fra Catania e Catanzaro. Vince e si apre una strada per approdare comunque alle semifinali dei playoff.
Non che questo significhi che si abdichi in campionato, o che addirittura si pensi al terzo o al quarto posto in classifica. Anzi. Le vittorie aiutano sempre. Ridanno sostanza, morale e autostima. Tracciano una strada. Ma ora la Ternana deve assolutamente continuare su questo percorso. Non perdere i piccoli grandi insegnamenti che arrivano dalla trasferta toscana.
Intanto una piccola premessa. A Siena quest’anno hanno vinto in tanti, ma questo non deve portare a facili conclusioni. Non era scontato che la Ternana vincesse. Lo ha fatto. E lo ha fatto con le stesse armi di Avellino. Difesa, cuore, contropiede e cinismo. Creando occasioni da gol nitidissime e sfruttando il momento. Appoggiandosi all’ardore agonistico, alla lotta in mezzo al campo, stringendo i denti.
E come è successo ad Avellino (anzi forse la vittoria, nonostante il Siena abbia giocato meglio degli irpini, è più meritata) ha sollevato le braccia alla fine.
Queste caratteristiche la Ternana deve ricordarsi di averle anche in campionato. Non si può sempre dominare (anche se la Ternana non solo ci prova ma spesso ci riesce). E quando non si domina non si deve subire. Si può soffrire, si deve ringhiare, si può barcollare. Ma non si deve cadere. E la Ternana in coppa non è caduta. Non c’è quel brutto vizio di prendere gol alla prima occasione avversaria. Perché magari la palla arriva sporca, perché c’è una pressione diversa.
Chissà forse il fatto che sia una gara ad eliminazione diretta galvanizza di più i giocatori in campo. Il fatto che magari alcuni di questi possano giocarsi agli occhi di Gallo la possibilità di meritarsi una partita da titolari in campionato, può fare sbloccare qualcosa nella testa. Ecco: quel qualcosa la Ternana deve conservarlo. Lo deve tenere da parte anche per le partite da sporcare in campionato. Da vincere da brutti e cattivi.
E non deve dare mai nulla per scontato. Neanche ora quarta in classifica a meno dieci dalla Reggina. Non si può mai alzare bandiera bianca, finché non è finito il campionato. Figuriamoci se si può farlo a metà dicembre. Bisogna crederci sempre. Perché il calcio è strano: guardate l’Atalanta in Champions League. Dopo le prime 4 giornate aveva fatto un punto e oggi festeggia gli ottavi di finale.
Serve essere perfetti, d’accordo. O perfetti o brutti e cattivi. Ma comunque vincenti. E la Ternana ha il dovere di provarci fino alla fine. Come hanno il dovere di crederci i tifosi, tutti i tifosi, anche quelli più scettici. Perché le imprese si fanno insieme. E in serie B questa Ternana può andarci, può andarci eccome.
E ora ha anche una strada in più, che passa per la coppa.