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La Ternana e i punti sporchi

Quando abbiamo visto il campo di Viterbo abbiamo detto: ci risiamo. Ecco il remake della partita d’andata. Ecco ancora una volta un campo pesante che renderà difficile la partita per la Ternana, certamente più tecnica degli avversari.

Tanto più che Lucarelli aveva comunque optato per una formazione con tanta tecnica e meno centimetri. Ma l’allenatore rossoverde ha dimostrato nuovamente di conoscere alla perfezione il suo gruppo, sapendone cogliere anche le sfumature. Oppure è sempre molto fortunato: sia ad avere un gruppo di giocatori straordinari oppure a fare in modo che le cose funzionino.

La Ternana si è messa l’elmetto ma non ha buttato via la giocata di fino. Si è calata nella parte del “ventre a terra e strisciare” ma allo stesso tempo sapeva che se il pallone rotolava bisognava saperlo accarezzare.

Stavolta bisognava sporcarsi: mani, maglia, faccia, testa. Non bisognava pensare alla giocata di fino, non serviva la rabona. Ma serviva metterci la gamba, trovare una soluzione diversa, andare oltre i propri limiti. Trovare i centimentri, togliere l’aria, ributtare il pallone, giocare sul dettaglio.

E questo la Ternana ha fatto. La Ternana ha vinto ancora e ora a Bari si staranno chiedendo come sia possibile che non si perda neanche un po’ di smalto. Perché questa Ternana ha dimostrato di saper cambiare pelle, perché anche se manca il terzino sinistro non fa niente, figuriamoci se manca un terreno di gioco praticabile.

Se non perdono fiducia i più talentuosi come Falletti Palumbo e Furlan, perché dovrebbero perderla gli altri? Ecco da qui nasce la mentalità rossoverde. Tutti sporchi di fango, senza mai pensare che tocchi a un altro dover lavorare duro.

Nessuno si sente una prima donna, tutti hanno ben chiaro che se non si va oltre non si prenderà il risultato a fine anno.

In un anno in cui nessuno riesce a mantenere l’imbattibilità la Ternana scopre di essere d’acciaio come la sua tradizione e come la sua terra. Potrà anche succedere che perda, ma quando e se succederà sarà un incidente di percorso, non una conseguenza.

Se proprio dobbiamo trovare un fattore negativo in questa partita indichiamo gli ultimi 20 minuti, di sofferenza (anche senza alcun tiro in porta da parte della Viterbese). Ci sta, per carità, che dopo una partita intensa, l’avversario prema di più. Ma, per quanto possibile, bisognerebbe evitarlo. Non siamo in grado di dire se il passaggio a una difesa a 3 abbia in qualche modo “costretto” la squadra a fare qualche passo indietro. La tattica in questi casi conta fino a un certo punto.

Ma era troppo importante portare a casa anche questo risultato. Mantenere il Bari a meno 8. Continuare a capire che cambiando i fattori il risultato non cambia.

La Ternana più forte della pioggia, che era sembrata da sempre la kryptonite rossoverde. Ora non fa paura neanche quella…

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