La Ternana e la Nazionale

Mi risulta veramente difficile scrivere qualcosa dopo quello che è successo lunedì sera allo stadio Meazza di Milano.

Comunque "the show must go on" e quindi mi ci proverò…

La clamorosa e sicuramente vergognosa eliminazione della nazionale Azzurra dai mondiali di Russia 2018, oltre a rappresentare una ferita ben difficilmente rimarginabile per il calcio italiano, mi induce a riflessioni che finiscono col coinvolgere anche la nostra stessa Ternana Unicusano e, in particolare, il mister Sandro Pochesci.

Come ormai ben noto a tutto il mondo, l'allenatore rossoverde si è scagliato alla sua maniera contro il "sistema" governato da Tavecchio e soci in generale e contro il C.T. Ventura in particolare.

Al di là delle giuste censure mosse a Pochesci sulla totale inopportunità delle sue feroci affermazioni, in quanto rilasciate da un tesserato (cosa che, conoscendo bene i "vizi" del mondo pallonaro italiano, potrebbe addirittura ritorcersi contro la stessa Ternana), resta il fatto che il sasso in piccionaia scagliato dal mister è stato poi puntualmente avallato dalla catastrofe (sportiva) milanese.

Ciò premesso, credo che quanto dichiarato da Pochesci possa comunque essere in parte condivisibile, ancorché espresso in maniera sbagliata, almeno sotto il punto di vista del merito.

Con questo non voglio affermare che la politica sposata quest'anno dalla nuova proprietà della Ternana Unicusano sia quella più giusta.

La più che precaria posizione in classifica occupata attualmente dalla squadra mi induce a ritenere che il puntare su giocatori per la maggior parte semi-sconosciuti, nel contesto di un campionato dove ogni altra formazione della cadetteria ha pescato più che abbondantemente anche nei mercati esteri, potrebbe alla fine rivelarsi controproducente, se non addirittura deleterio.

In effetti, stiamo vedendo che non basta l'impegno, la grinta, la generosità espressi da sempre dai rossoverdi per poter ambire ad una salvezza relativamente tranquilla.

Chiariti i termini e l' attuale risultato dell' "esperimento" rossoverde ed allargando il discorso a livello nazionale, resta però il fatto che, così continuando le cose, si finirà inevitabilmente col depauperare anche quel poco che ancora offre il calcio italiano a livello di materiale umano.

Rimane ora da stabilire se possa essere più o meno accettato/accettabile che la Ternana Unicusano diventi (o sia già diventata) una sorta di "laboratorio" o di "esempio" per il futuro calcistico nazionale.

È ovvio che per il tifoso conti solo il risultato.

E sotto questo punto di vista non è che ci sia da stare molto allegri.

Personalmente preferirei che la Ternana vincesse qualche partita in più, magari giocando meno bene; e, soprattutto, auspicherei che la proprietà si rendesse conto che occorre una robusta iniezione di forze qualitativamente valide, specie in attacco, per cercare di puntare alla salvezza.

Ma, nel contempo, non posso non rimanere curiosamente attratto da questo progetto sicuramente innovativo (e spero non soltanto "risparmioso") che Unicusano sta portando avanti qui a Terni.

Perché, se per caso i rossoverdi cominciassero a vincere qualche partita in più, riuscendo a centrare una salvezza che al momento appare quanto mai problematica, si tratterebbe veramente di un qualche cosa di assolutamente nuovo per il derelitto calcio italiano.

Un esempio che, più che verosimilmente, dovrebbero nel caso seguire anche i vertici del calcio nazionale dopo il tracollo milanese.

Perché ritengo che ci sia del vero quando Pochesci afferma che anche nei campionati minori, serie D, serie C, ci possano essere giocatori, magari non "pilotati" da procuratori importanti, che ben potrebbero figurare anche in palcoscenici maggiori. Basterebbe solo cercarli.

In effetti, quanti "ex-ragazzi" delle nostre parti avrebbero meritato di poter giocare almeno in serie B, ma non sono riusciti a sfondare solo per mancanza di adeguati "sponsor"?

Due nomi su tutti: Massimo Costantini e Fabio Cesarini.

Un'ultima constatazione.

Se, in ogni caso, Unicusano cercava fama e pubblicità, è indubbio che l'obiettivo sia stato centrato in pieno!

Le dichiarazioni di Sandro Pochesci, e non solo le ultime, sono finite su tutte le prime pagine dei media stampati e televisivi nazionali.

Ormai il tecnico rossoverde è diventato un personaggio a 360 gradi, anche se in maniera estremamente contraddittoria e discussa.

La stessa Università Niccolò Cusano e praticamente sulla bocca di tutti.

Se questa era l'intento della nuova società, bisogna dire "bravo" a chi lo ha programmato.

Resta solo da stabilire se questa opera di "facciata" alla fine possa pagare in moneta sonante, sia sotto il profilo dei risultati ottenuti dalla squadra, sia soprattutto sotto quello dell' eventuale riscontro positivo per la società.

Perché il "purché se ne parli", anche alla luce dei risultati purtroppo attualmente negativi ottenuti dalla Ternana, non è che poi sia un veicolo pubblicitario così particolarmente efficace.

Ma di sicuro questo non è un nostro problema…