Rimanere con l’amaro in bocca dopo un pari, in rimonta, contro il Frosinone, in una settimana dove hai giocato 3 partite (e non ne hai persa neanche una) dove non hai avuto a disposizione per questa trasferta Falletti, Palumbo, Proietti, Agazzi e Defendi (certamente fra i giocatori più determinanti della Ternana) sembra paradossale. E questo testimonia due cose: le aspettative che abbiamo nei confronti della Ternana e la qualità della squadra che ha dato la sensazione di poterla ribaltare. Certo, il Frosinone era in 10, altrimenti forse staremmo facendo altri discorsi, visto come stava andando la squadra prima dell’espulsione di Gatti. Ma la Ternana ci ha abituato a soffrire per poi ripartire. Stavolta però è stato diverso.
La Ternana era un difficoltà, con l’uomo in più è come se si fossero riequilibrate le forze in campo. Ma se la Ternana era in difficoltà lo deve sia all’approccio che ha avuto il Frosinone sia all’emergenza a cui era costretta la Ternana in mezzo al campo. Dover fare a meno del trio (Proietti, Palumbo, Falletti) che tiene in piedi il gioco di Lucarelli non è facile. Questo l’allenatore, giustamente, non lo dirà mai. Anche perché poi chi ha giocato lo ha fatto nel migliore dei modi e al massimo delle sue possibilità. Ma se poi a questo ci aggiungi che anche Agazzi non era disponibile, la Ternana che ha sofferto a centrocampo ha una spiegazione.
Kontek per reggere un centrocampo a due in B avrebbe bisogno di tempo. Ma è una soluzione di ripiego, forzata dalle assenze. Koustsoupias è molto bravo, molto dinamico, ma altrettanto “indisciplinato”: e anche qui ha bisogno di tempo. Ma nonostante questo e – ripetiamo – il grande impegno comunque profuso, la Ternana è riuscita a riprendere una partita difficilissima.
Funziona la doppia punta: Donnarumma Pettinari. A nostro avviso fra i migliori in campo. Sia per l’intesa, che per la qualità delle giocate, che per il gol, che per le occasioni create. Non c’è stata continuità nello sviluppo è vero, ma la sensazione che potessimo essere sempre pericolosi lì davanti c’è sempre stata. E in un pomeriggio dove Partipilo è tornato umano invece che extraterrestre il rammarico cresce, perché con il solito Anthony i palloni interessanti in area si sarebbero moltiplicati.
La Ternana fosse stata un pizzico più fortunata avrebbe potuto vincerla la partita. Ha tirato 13 volte verso la porta, sicuramente non tutte pericolose. Ma le chanches le ha avute, dopo il gol del pari. Non è stata arrembante, come magari ci si poteva aspettare con la superiorità numerica ma Partipilo (almeno tre tiri di cui uno strozzato), Capone (deviato in angolo), ancora Pettinari (idem con patate) e Mazzocchi (di testa a lato) potevano segnare. Oppure Donnarumma nel primo tempo avrebbe potuto pareggiare prima.
E’ vero che il Frosinone non si è mai arreso e quindi ti costringeva a rimanere sempre accorto e a non buttarti avanti a testa bassa. Ma la sensazione che tra uomo in più e occasioni avresti potuto prendere i tre punti ci rimane appiccicata addosso. Ed è un bel segnale.
Prima della partita probabilmente tutti avrebbero firmato per il pareggio. Non sentirsi soddisfatti dopo ti dà la sensazione di quanto la Ternana ancora possa avere potenziale. Poi le partite sono fatte per essere giocate, come dimostra proprio la gara dello Stirpe.
Ora un po’ di riposo – meritatissimo – per ricaricare le pile. Poi il tour de force, con il gran premio della montagna per questo rush finale del 2021. Benevento, Venezia, derby, Ascoli (derbyno) e Brescia. Il tutto nei prossimi 25 giorni, con il Natale al lavoro e l’unica settimana “liscia”, proprio quella del 25 dicembre.
Avere questa voglia addosso, di vincere, è il più bel viatico per questo speciale calendario di Avvento.
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